Biorn: “Vertigine è il disco che avremmo voluto ascoltare in giro”

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Biorn - Vertigne - Artwork
Biorn - Vertigne - Artwork

MelodicaMente ha avuto il piacere di scambiare qualche parola con i Biorn, band che ha recentemente dato alle stampe “Vertigine”. L’album è presentato come un viaggio introspettivo attraverso gli aspetti dell’animo umano e della società che, talvolta, sono coinvolgenti ma altre volte sconvolgenti. Il disco si potrà trovare nei negozi tradizionali da metà ottobre mentre, se volete ascoltarlo via web l’album è già disponibile. L’uscita di “Vertigine” è stata anticipata dal singolo “Bianca“, un atto d’accusa verso la generazione dei giovani d’oggi, come ci spiegheranno gli stessi Biorn in questa intervista dove emerge in modo molto chiaro quale sono le loro volontà musicali. La formazione ci ha spiegato che dalla mancanza deriva sempre una risposta viscerale ed intima, dove tutto il superfluo viene eliminato. “Vertigine” è un disco completo e coraggioso, che sicuramente merita di essere ascoltato.

La band ha spiegato “Vertigine” e il loro futuro a MelodicaMente, ecco cosa ci hanno raccontato.

Iniziamo con una domanda di rito, raccontateci “Vertigine” il vostro ultimo lavoro.

“Vertigine” è il frutto di un duro e denso lavoro e nasce dall’urgenza di mettere in musica la sensazione che abbiamo vissuto come persone e come cittadini in questi ultimi anni.. la vertigine, il senso di effimero e incertezza e, insieme, la vitalità e l’eccitazione di essere sull’orlo di un burrone a metà tra volo e precipizio.. crediamo che sia una percezione comune alla maggior parte dei nostri coetanei e non solo..

A livello musicale, grazie anche all’apporto del nostro direttore artistico Josè Fiorilli, siamo riusciti a sviluppare ed appropriarci di un linguaggio nostro sicuramente, ma non univoco.. in “Vertigine” si sente il rock, il pop, l’elettronica, le chitarre, le batterie, i giri di basso, le voci che accarezzano, le voci che urlano la loro rabbia, i tempi pari, i tempi dispari, il legno, il ferro e il silicio degli strumenti..

Siamo molto orgogliosi di presentarlo al pubblico: per noi ha un significato particolare.. è una promessa mantenuta a noi stessi e a Blaze..


L’apporto di Josè Fiorilli sembra essere stato molto importante per voi, come è nata la collaborazione?

L’incontro con Josè Fiorilli era nel destino.. quando l’abbiamo conosciuto siamo stati abbastanza sfrontati nel proporgli una collaborazione.. lui è stato disponibile e subito esigente ma siamo sicuri che ci abbia notato davvero solo dopo averci averci visto in concerto.. Nel tempo poi è diventato un mentore che nel tempo ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi, spingendoci a trovare un linguaggio nostro, limitandosi ad interventi di fino, togliendoci di dosso il superfluo ed evidenziando la vena rock e fisica che aveva notato dal vivo. Il suo lavoro ci ha portato ad una crescita vera e ad un album a nostro avviso maturo. E’ una persona che ha crede fermamente in noi.. La sua è un’amicizia preziosa..


I Biorn hanno vissuto un periodo di riflessione, cosa ha spinto la band a riprendere l’attività e pubblicare “Vertigine”?

La scomparsa di Blaze ha lasciato un vuoto enorme e incolmabile.. Molto è rimasto fermo a quel momento.. e allo stesso modo tutto è cambiato.. 

Blaze era anima, fondatore, voce, centro nevralgico della band e fulcro di un’amicizia inestimabile.. il nostro rimpianto è che molta gente non abbia potuto conoscere e capire il talento cristallino, la grande vena creativa e artistica, la presenza scenica, lo stile e l’umanità di un frontman come lui.. 

La decisione di dare al pubblico “Vertigine” è il tentativo di restituire in parte la sua voce.. lo dovevamo a lui oltre che a noi stessi.. questo è il disco di Blaze, quello in cui si sentono maggiormente la sua impronta e la sua voce, intesa come visione del mondo, come modo di sentire, di essere e di esprimersi e di creare un legame con chi ascolta.

Da ciò deriva l’evoluzione del gruppo, la sua rinascita come amici che vogliono mantenere vivo lo spirito Biorn e la volontà di andare avanti, la determinazione, la consapevolezza e la serenità attuali..

“Bianca” è stato definito come un brano d’accusa verso una generazione priva di colore, ci spiegate la natura e la nascita di questa canzone?

“Bianca” nasce dall’esigenza di denunciare la rabbia e la frustrazione nei confronti della generazione cui apparteniamo.. una generazione che ha tutte le potenzialità per dare al mondo un futuro differente, possibile e sostenibile, ma che sembra non rendersi conto che non c’è più tempo e che la scelta non spetta ad altri.. 

La nostra generazione sembra bloccata, immobile, incolore, arresa.. non guarda in prospettiva ma solo al presente che sfugge..

Quello che manca è la realizzazione di tutta la vitalità di una generazione dalle potenzialità smisurate, l’espressione di una unità d’intenti, l’organizzazione in una voce comune, l’iniziativa e la proposta di differenti modelli contro quello artificiale che tutti odiano, ma che ci svezza ogni giorno nella giungla delle nostre città..

Noi conosciamo bene, vivendole quotidianamente sulla nostra pelle, le problematiche e le barriere poste alla nostra generazione ma biasimiamo il vittimismo e l’adduzione di alibi o l’inerzia mascherata da nichilismo.. questi atteggiamenti rendono difficile la proposta, la presa di posizione e l’azione che sono alla base del cambiamento..

Biorn - Vertigne - Artwork
Biorn – Vertigne – Artwork

I brani che compongono la tracklist affrontano temi molto complessi, come si articola il processo di scrittura dei Biorn?

Le tematiche nascono dalla vita vissuta sia come persone che come cittadini. Musicalmente parlando l’ispirazione viene dai dischi che possediamo, dai rumori della strada, dai concerti cui facciamo da spettatori e da una visione di come la musica dovrebbe essere..

Il nostro processo creativo è di solito veloce: i pezzi nascono immediatamente con testo e musica come delle bozze da completare insieme, cui segue un attento lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora, che a sua volta porta continuamente nuovi input, nuove fasi creative, nuove idee da discutere e approfondire.. Entrambi i processi vanno di pari passo..

Quali sono i brani di “Vertigine” che maggiormente vi rispecchiano, quelli che sentite vostri totalmente?

Forse per la storia del gruppo e del disco siamo legati a tutte le canzoni.. che sono le tappe di un viaggio all’interno di sè e nella dimensione sociale per trovare il proprio posto nel mondo e il senso di libertà che sta nell’accettazione di sè e della propria condizione di “normalità”.. “Vertigine” in sostanza parla di questo..

Siamo anche molto soddisfatti a livello squisitamente artistico.. prima di entrare in studio ci eravamo ripromessi di realizzare un lavoro che convincesse completamente tutti i membri del gruppo.. come risultato “Vertigine” è il disco che avremmo voluto ascoltare in giro, se non fosse stato realizzato da noi.

Qual è il messaggio che i Biorn vogliono trasmettere al pubblico?

Con “Vertigine” vogliamo dire che il cambiamento è possibile e ha origine in se stessi.. basta volerlo cogliere e farsene carico in prima persona.. che occorre una scelta, un’assunzione di responsabilità, una presa di posizione.. in altre parole, che ci si può muovere nel mondo come agenti di cambiamento nel momento in cui si sceglie il proprio posto nel mondo, il proprio linguaggio e si esprime se stessi senza timore.. e che questo alla fine può portare ad avvertire anche un senso intimo ed autentico di libertà..

I Biorn come si immaginano il proprio futuro musicale?

Il vuoto e la mancanza portano sempre all’eliminazione del superfluo e alla riscoperta del nucleo vitale di ognuno di noi.. nel nostro caso, lo stare insieme in circolo a suonare.. senza la preoccupazione di ciò che potrebbe succedere.. durante quest’anno abbiamo riscoperto la dimensione più intima e vera della musica e, soprattutto, abbiamo capito che non potremmo mai farne a meno..

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