Curran, Tespio e Tofani: “Segments”. La recensione

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Curran, Tespio e Tofani - "Segments" - Artwork

Molti conosceranno la Cramps, etichetta discografica d’avanguardia per la musica italiana dai lontani anni ’70, ma soprattutto conosceranno Paolo Tofani, chitarrista e strumentista eclettico e particolare, già membro degli Area. Oggi Paolo Tofani, insieme ad Alvin Curran e Mauro Tespio torna con un nuovo lavoro dal titolo “Segments“.

Questo nuovo progetto discografico è nato per inaugurare la Nuova Collana di Musica Contemporanea “POPTraits“, come sempre ha fatto la Cramps, già dai tempi della Collana “Nova Musicha” che presentò in Italia un artista come Nick Drake. Oggi la casa discografica milanese si lancia in questo nuovo progetto musicale del tutto particolare.

I tre artisti, infatti, hanno un interesse comune: quello di elettrificare tutto quello che suona, in un trait d’union che collega la tecnologia musicale più antica del mondo e la tecnologia di oggi, come dichiarano loro stessi:

Il mondo dei suoni intorno a noi è catturato sia con registratori Revox che con macchine monofoniche portabili, come Uher, e diviso in segmenti, quali movimenti di un’infinita sinfonia di eterna bellezza.

COVER TOFANI
Curran, Tespio e Tofani – “Segments” – Artwork

Il disco “Segments“, composto da dieci “canzoni” per 72 minuti, è una lunga esplorazione nella realtà attraverso l’elettricità e l’elettronica, in un percorso che unisce idealmente i tre musicisti ad altri referenti di questa avanguardia musicale come Matthew Herbert. Il lavoro di Tofani, Curran e Tespio richiama molto alcune idee già espresse anni addietro dagli Area e da alcune loro performances ardite e innovative, registrando la realtà e rileggendola in chiave elettronica e musicale, quasi come se l’una fosse la colonna sonora dell’altra in un continuo gioco di richiami. E così scivolano via suoni su suoni, tra accenni all’Inno di Mameli, fuochi d’artificio, voci liriche e yodel, con alcuni segmenti più “duri” come il Segmento 10 (dal vago sapore cinematografico sospeso tra porno ed Hitchcock) ed altri più “morbidi” come il Segmento 5: in questo disco troviamo anche alcune incredibili sorprese come il Segmento 8, dal forte tenore jazz.

Questo album, “Segments“, (anche se definirlo album è una forzatura) è una sperimentazione nuda e cruda nel campo della musica, anzi nel suono più puro, libero di essere se stesso senza schemi musicali o melodici di sorta, libero di essere solo mera rappresentazione della realtà che ci circonda, con le sue paure, le sue manie, le sue idiosincrasie e le sue deviazioni. Un lavoro duro, intenso e da ascoltare con orecchio attento.

 

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