Emanuele Barbati: “Gli emergenti in Italia sono relegati ad un limbo”

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Emanuele Barbati | Pagina Facebook

MelodicaMente ha avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera con Emanuele Barbati, giovane cantautore nato nella provincia di Taranto. Emanuele Barbati cresce fin da subito immerso nella musica, appassionato di De Gregori e tutti ci cantautori italiani, durante l’adolescenza scopre il punk rock e lo stile americano innamorandosene immediatamente. La sua gavetta musicale comincia proprio durante il periodo scolastico con i Ranks, con la quale realizza vari dischi e colleziona numerose esibizioni live. Emanuele Barbati vuole però scoprire una nuova visione musicale e nel 2005 lascia definitivamente la scena punk pugliese e vola in California.

La passione del cantautore per la musica lo porta anche a laurearsi in Musicologia a Lecce, con una tesi di ricerca in Iconografia Musicale, incentrata sulla figura del musicista nel Medioevo. Nel 2010, Emanuele Barbati ha pubblicato l’EP “Come Sempre” che è stato presentato mediante vari concerti nonché finalista di alcuni importanti concorsi. Nel 2012, l’incontro con Simone Bertolotti, affermato produttore, ha permesso ad Emanuele Barbati di registrare il disco “Sulla Stessa Via” che contiene dieci brani scritti dal cantautore e prodotti ed arrangiati da Simone Bertolotti.

Emanuele Barbati | Pagina Facebook
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1. La tua vita è stata fin dall’infanzia segnata dalla musica. Successivamente hai scelto di conseguire una laurea in musicologia e hai portato avanti la gavetta musicale per affermarti sempre più. Come definiresti la tua laurea in musicologia, quali benefici ti ha portato?

Ho sempre creduto che una completa formazione culturale potesse giovare notevolmente alla mia passione innata per la musica, pur essendo due percorsi diversi in quanto un musicologo non per forza debba essere un musicista e viceversa. Ho sempre amato conoscere la musica in tutti i suoi aspetti, quindi conoscere a fondo le sue fasi storiche, le sue varie  e notevoli sfaccettature mi fa credere di poterla comprendere appieno.

2. Il grande cambiamento è avvenuto nel 2005 quando hai lasciato la terra pugliese per volare in California e hai avuto l’occasione di entrare in contatto con il sistema discografico USA, come spiegheresti la musica in America?

La differenza principale e notevole è la professionalità e la professionalizzazione della musica fin dagli inizi. C’è molta cura per gli emergenti, possibilità di farsi un tour senza troppi problemi, una cura nei dettagli considerevole. Qui in Italia gli emergenti sono relegati ad un limbo dal quale non si sa bene come uscire.

3. Nel 2012 hai incontrato Simone Bertolotti, produttore di importanti artisti della scena nostrana come Laura Pausini e Giusy Ferreri. Come è stato lavorare con Bertolotti?

Simone è un musicista, ed ancor prima un appassionato di musica. Lavorare con lui e il suo staff mi ha fatto crescere molto sia musicalmente ma anche umanamente, come dicevi Simone ha lavorato con grossi nomi, ma nella lavorazione del mio disco c’è stata un’umiltà di fondo che credo sia stata alla base anche del risultato finale.

4. Proprio dalla collaborazione con Simone Bertolotti è nato il disco “Sulla Stessa Via”, un titolo molto poetico così come i dieci brani che lo compongono. Come nascono le tue canzoni, ci racconti il percorso creativo sottostante?

Sono dieci piccole reali esperienze di vita, emozioni, sensazioni, ricordi di gente che viene e che va, riflessioni nate nella mia stanza, o al mare. Di solito quando scrivo sento di aver fatto un’esperienza che devo, in qualche modo, fissare per sempre e la musica è il fissante che preferisco.

5. Il Puglia Sounds è rimasto fin da subito colpito dal tuo progetto e ha deciso di finanziarlo, in parte. Come è avvenuta questa collaborazione artistica?

L’agenzia della regione Puglia ha ritenuto di poter stanziare dei soldi per i progetti emergenti promettenti, quindi attraverso un bando sono stati selezionati vari nuovi artisti pugliesi da promuovere e finanziare. “Sulla stessa via” è stato uno di quelli selezionati e a me non ha potuto che far piacere.

6. Una vita molto impegnata la tua, dalla musica passando per gli interessi umanitari. Come nasce la volontà di far parte attivamente di gruppi che si occupano della tutela dell’ambiente?

Io vivo in puglia, precisamente nel Tarantino, sono circondato da uno dei mari e delle campagne più belle d’italia, poi mi giro e vedo comunque una terra martoriata da uomini avidi e irrispettosi della natura e della gente che qui vive, io non riesco a chiedermi il perché me ne occupi, l’unica cosa che mi mi chiedo è come mai non siano tutti ad occuparsene.

7.Parliamo di “Sulla Stessa Via”, a quale delle canzoni contenute nel disco sei maggiormente affezionato?

Nonostante sia legato ad ognuno dei 10 brani, “Acero” è il brano che amo maggiormente, mi piace molto immaginarmi ogni volta che l’ascolto le scene che si susseguono nel testo, Simone Bertolotti poi lo ha arrangiato come io non sarei mai riuscito a fare.

8. I concerti salveranno la crisi discografica che stiamo vivendo? Cosa è per te una esibizione dal vivo?

I concerti salverebbero la crisi discografica se solo ci fosse più attenzione verso la musica originale. La chiusura di tanti club che proponevano musica dal vivo originale è dovuta anche all’esplosione di cover band che abituano il pubblico ai cloni e non stimolano i gestori a proporre alternative. Nonostante questa difficoltà il live è il punto di incontro tra artista e pubblico, è un luogo di confronto, un posto dove nascono e si condividono emozioni, la musica se non si suona non esiste d’altro canto!

9. Hai girato il videoclip di “Defaillance” a San Francisco, ci spieghi la genesi di questa scelta?

Dopo aver vissuto a San Francisco per qualche mese mi ero ripromesso di tornarci, per il video del singolo “Defaillance” avevamo bisogno di una location particolarmente cool! Quale città migliore?

10.Emanuele Barbati e il futuro. Se dovessi proiettarti al futuro, quali sono i progetti che vorresti affrontare e quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Il problema della mia generazione è aver paura di un futuro mai come ora incerto, pensa per me che voglio passare la vita con in mano una chitarra! Con le mie due agenzie stiamo programmando l’uscita del nuovo singolo e mi preparo ai live per questa primavere e per l’estate che si avvicina. Io non ho sogni nel cassetto, di solito cerco di portarmeli in tasca!

 

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