Giovanni Allevi, Beethoven non aveva il ritmo che Jovanotti ha

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Il giovane pianista Giovanni Allevi, colui che ha rivoluzionato il modo di concepire la musica classica, questa volta ha avuto da ridire anche sulla musica del suo antenato Beethoven, priva del ritmo necessario a smuovere gli animi della gente.

Ovviamente la dichiarazione sembra essere tutt’altro che scherzosa, perché poi, ha continuato dicendo che Jovanotti invece è tra quelli che il ritmo sembra averlo nel sangue. Detto questo bisognerebbe analizzare per bene la questione per poter capire se Giovanni Allevi ci è o ci fa. In occasione del Giffoni Film Festival il pianista marchigiano parla alla giuria di giovani in questo modo, facendosi portavoce di una rivoluzione, che in fondo la musica classica non ha bisogno di subire.

Giovanni Allevi ©Vittorio Zunino / Getty Images
Giovanni Allevi ©Vittorio Zunino / Getty Images

Il discorso si è allargato quando Allevi ha addirittura detto che è la mancanza di ritmo della sfera classica della musica ad allontanare i giovani da essa, e che grazie ad un musicista come Jovanotti lui ha capito finalmente cosa s’intende per ritmo, e come esso è parte integrante della musica. Magari sarà stato il caldo dell’afosa cittadina salernitana a spingere Allevi così in avanti rispetto ad alcuni dogmi della musica classica, ma speriamo si sia confuso. Allevi sostiene di non poter mettere piede in alcuni conservatori perché ritenuto un impostore, qualcuno che con la musica non ha assolutamente legami. Messo per inciso che il ritmo e la tonalità sono nati dalla musica classica per espandersi ai generi più svariati, caro Allevi, questa volta dobbiamo dirlo che l’hai sparata proprio grossa.

Non a caso la musica classica sembra essere la mamma di tutti i generi e che partendo da Bach, e finendo in tutti i confini rock, hard rock e metal che di più contemporanei non ce n’è, non bisogna essere dei critici o sapienti per capire che in fondo un filo conduttore c’è sempre. Il ritmo non è quello che ti fa saltare, il ritmo è la matematica della musica, è lo schema entro il quale si collocano le note musicali, i segni dinamici e di espressione, le alterazioni musicali e il tempo. Tutto questo può farti saltare o può farti rimanere seduto, ma in fondo sarà sempre e comunque ritmo, che sia esso più lento o più accelerato. La ritmica fa parte dell’arte musicale ed è parte integrante del discorso musicale, che sia di Beethoven o di Jovanotti, e si riferisce al concetto di misura musicale entro la quale si trovano elementi come incisi o battute. Ritmo tetico, protetico e acefalo sono tra le prime cose studiate in teoria musicale, e mio caro Allevi pensi siano presenti solo in Jovanotti? Con il dispiacere nel cuore riconosciamo che la musica classica ha bisogno di ben altre rivoluzioni, e non è sufficiente collocarle nelle attese telefoniche o nei supermercati in filodiffusione. La musica classica è ovunque, è la mamma del rock ed è nascosta benissimo anche nella leggerezza del pop.

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