Gli Oasis in Italia: noi c’eravamo

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E’ solito indicare un’OASI come un qualcosa di irraggiungibile, di calmo e ovattato, la giusta conclusione di un lungo cammino fatto di fatica e coraggio. Potrei confermarlo su quasi tutti i punti, basterebbe escludere il fattore calmo e ovattato, per il semplice fatto che il britpop regalatomi dall’Oasi per eccellenza, gli OASIS, è stato devastante, oltre che pieno di emozioni.

“Dig out your soul”, nuovo album della nota band Inglese pubblicato nell’ottobre del 2008, ha fatto esplodere di gioia un pubblico italiano che li attendeva da tempo, ormai, senza deluderlo. Ed è stato un mix dell’ultima fatica e dei vecchi e straordinari successi a farla da padrone in 5 tappe che hanno visto un’unica protagonista: la MUSICA BRITPOP.  Cinque le date italiane che hanno visto il delirio dei fans e l’esplosione musicale dei 4 di Manchester:

2 febbraio 2009: MILANO Datchforum
20 febbraio 2009: ROMA Palalottomatica
21 febbraio 2009: TREVISO Palaverde
23 febbraio 2009: BOLZANO Palaonda
24 febbraio 2009: FIRENZE Mandela Forum.

Una scaletta di tutto rispetto che ha marcato la sempre più notevole vicinanza tra gli Oasis e i loro ispiratori, i Beatles. A partire dai suoni per finire alle immagini psichedeliche nello stile di “Yellow Submarine” proiettate sui maxi-schermi, che, sinceramente, mi sarei aspettata di ascoltare assieme a qualche altra cover beatlesiana. Invece, i non troppo pacati e /o prevedibili fratelli Gallagher hanno voluto stupire con il loro stile perfettamente British e la loro immancabile verve.

Tra urla e cori da pelle d’oca, la band si è esibita in venti brani carichi di phatos:

  • “Rock ‘n’ Roll Star”
  • “Lyla”
  • “The Shock Of The Lightning”
  • “Cigarettes & Alcohol”
  • “The Meaning of Soul”
  • “To Be Where There’s Life”
  • “Waiting For The Rapture”
  • “The Masterplan”
  • “Songbird”
  • “Slide Away”
  • “(What’s The Story) Morning Glory”
  • “Ain’t Got Nothin’”
  • “The Importance of Being Idle”
  • “I’m Outta Time”
  • “Wonderwall”
  • “Supersonic”
  • “Don’t Look Back in Anger”
  • “Falling Down”
  • “Champagne Supernova”
  • “I Am the Walrus”

Come già scritto, mi sarei aspettata qualche cover beatlesiana in più, l’atmosfera c’era tutta, ma i due Gallagher hanno di certo voluto far valere gli Oasis, reagalandoci solo un tricheco (I’m the walrus) che ha dato conclusione ad un interminabile viaggio fatto per raggiungerli, un grandioso concerto ricco di emozioni vere e tangibili, che solo una band con tanta esperienza e vicinanza al suo pubblico poteva regalare.

Grazie agli Oasis e… Al prossimo Concerto!

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