Landlord: “Aside”. La recensione.

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Avevamo conosciuto i Landlord su un palcoscenico un po’ stretto considerando le loro ampie vedute, ma l’esperienza maturata a X Factor 9 ha fatto sì che una band come la loro arrivasse comunque anche a persone che con la musica elettronica e d’ambiente non hanno nulla in comune.

All’ascolto i Landlord somigliano un po’ a quelle band di nuova leva che si affacciano al panorama discografico internazionale, sicuramente realtà molto più accogliente per certi tipi di suoni all’ascolto ricercati. Non siamo abituati ad ascoltare suoni così minimali, calmi e tranquilli, di solito band che suonano come i Landlord ci sembrano fuori dal comune e quasi poco appartenenti alla scena musicale italiana.

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Landlord – Aside – Artwork

In un ecosistema dove la musica pop e la “canzone” regnano sovrane risulta faticoso farsi spazio con un genere tipico delle lande desolate del nord, ma i Landlord hanno deciso di provarci prima con la partecipazione ad uno dei talent più seguiti del nostro paese e poi mettendo in cantiere “Aside” l’album d’esordio della loro carriera. Breve, raffinato e anche inaspettato il primo album dei Landlord ci fa rivivere l’esperienza che avevamo vissuto con band come “The xx” e tutta la scena musicale britannica sempre più con lo sguardo rivolto ad un futurismo musicale, figlio dell’indietronica dei primi anni 2000.

A tratti malinconico, grigio e triste il suono dei Landlord è più sognante che tragico, nonostante alcuni momenti siano rarefatti e laconici. C’è una cura di fondo dei suoni una pulizia e un ordine che rendono tutto elegante e mai noioso nonostante lo svolgere lento di alcune parentesi musicali.

Brani introspettivi e suoni ricercati tenuti insieme da una grande precisione musicale e impreziositi dall’elegante voce della cantante, che per aspetto e stile è perfettamente pensata per quel ruolo e quelle performance. I Landlord hanno già un suono riconoscibile nonostante siano alla prima uscita discografica, si sono dedicati ad una produzione che attinge a tantissime ispirazioni distanti e differenti, messe insieme da un’unica grande componente, la musica. Il singolo d’esordio “Get By” risulta essere quello più ritmato e maggiormente riconoscibile, dal motivo che facilmente rimane impresso, più movimentato rispetto ad un brano come “Hidden” che parte lento e gotico ma è caratterizzato da un ritmo incalzante verso la fine. “Venice” ha un’introduzione buia e scura, ma diventa una ninna nanna, un carillon delicato da ascoltare senza sosta. Il pianoforte è grande protagonista di “Aside”, sono evidenti le influenze classiche in brani che sembrano non avere alcun legame con il passato, ma in realtà le melodie dei Landlord affondano radici in terreni molto profondi nonostante siano moderni e abbiano delle piccole sfumature chiaramente connesse alla corrente del genere shoegaze. “Aside” è una produzione curata, raffinata e vanta dei veri e propri musicisti, è sicuramente un ottimo inizio per una band che ha ambizioni che vanno oltre i confini che non è solo un leggero dream pop ma che cela sicuramente lati profondi e ispirati.

REVIEW OVERVIEW
Voto Melodicamente
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Avatar di Carmen Pierri
Lo studio del pianoforte avvicina il suo cuore alla musica in tenera età facendole sviluppare presto una passione per tutta la musica esistente. Appassionata di musica strumentale è una biologa prestata alla critica musicale. Amante dell'indierock, la sua unica certezza i Radiohead. La musica, l'evoluzione e i numeri la sue passioni.
landlord-aside-recensione"Aside" è una produzione curata, raffinata e vanta dei veri e propri musicisti, è sicuramente un ottimo inizio per una band che ha ambizioni che vanno oltre i confini

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