Londra 2012 contro l’uso delle Cuffie Beats by Dr. Dre

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2018

Non c’era di certo bisogno di aspettare le Olimpiadi per sondare il potere delle cuffie Beats by Dr. Dre, prodotte dal leggendario rapper assieme al produttore Jimmy Lovine e ritenute un cult fra gli amanti delle cuffie.

Gli atleti, inquadrati quando entrano negli stadi oppure poco prima della gara, molto spesso hanno delle cuffie proprio per stemperare la tensione e ritrovare la concentrazione. Ormai è accertato che la musica si può “utilizzare” ed ascoltare ovunque, con scopi ben diversi. Se durante la cerimonia d’apertura, la musica è stata una specie di accompagnamento, in questo caso, ha l’obbligo di portare concentrazione all’atleta, possibilmente togliendo il clima di tensione e rilassandolo il più possibile.

Agli organizzatori delle Olimpiadi, però, sembra che le cuffie Beats non stiano così simpatiche, la motivazione è ancora una volta unicamente a scopo commerciale. Le Olimpiadi sono, come si può ben intuire, un evento commerciale al 100% e gli sponsor fanno letteralmente a gara, sborsando molti quattrini, per avere l’esclusiva dei prodotti. Gli atleti, in questa ruota del commercio, non sono altro che delle pedine che dovrebbero indossare, in ogni minimo particolare, ciò che l’organizzazione ha previsto. Come si legge dalla nota diffusa dal CIO, Comitato Olimpico Internazionale in collaborazione con l’organizzazione delle Olimpiadi, gli atleti non possono promuovere nessun marchio, prodotto o servizio che non sia riconducibile agli sponsor ufficiali. Questo vale sia in tv, che sui blog ma anche su Twitter, Social Network etc ….

Sun Yang
Sun Yang | © LEON NEAL/AFP/GettyImages

Le cuffie Beats by Dre, oltre aver spopolato fra gli atleti a livello internazionale, hanno avuto anche una pesante visibilità per quanto riguarda il team britannico in quanto è stata creata una versione limitata e personalizzata delle cuffie con tanto di bandiera britannica e decorazioni.

Queste cuffie singolari sono state indossate da atleti come Laura Robson, il calciatore Jack Buckland e il tuffatore Tom Deley. Si attende di sapere dunque come la questione finirà, se con una semplice “stretta di mano” simbolica oppure se i produttori delle cuffie dovranno pagare una multa per “pubblicità non autorizzata”.

La questione degli sponsor è ormai da anni molto spinosa, soprattutto quando si parla di sport. Gli atleti hanno più volte contestato il fatto che in determinate occasioni, come ad esempio le Olimpiadi, essi non possano pubblicizzare sponsor “personali” proprio per un regolamento molto rigido. Ancora una volta la questione sembra alquanto fumosa ma, in questo caso ciò che muove la ruota è unicamente il denaro. Staremo a vedere come si risolverà la questione delle cuffie tanto care e tanto amate dagli atleti (e non solo) di tutto il mondo.

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