Management del dolore post operatorio: “I poeti provinciali”

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Questa settimana per la rubrica The Passenger vi presentiamo la band italiana dei Management del Dolore Post Operatorio. Il nome è abbastanza lungo, come del resto lo è anche la loro storia, ma di questo saranno stesso loro a dirvi qualcosa. Il musicista indipendente fatica a sfondare qui in Italia, ma la band di Lanciano composta da Luca Romagnoli (voce), Marco Di Nardo (chitarra), Nicola Ceroli (batteria) e Luca Di Bucchianico (basso) ce l’ha fatta. I Management del Dolore Post Operatorio sono indipendenti per davvero, e dopo una lunga gavetta tra i premi di Italia Wave, Primo Maggio Tutto l’Anno, Il Rock è Tratto e UPLOAD di Bolzano si aggiudicano un posticino nell’etichetta MarteLabel dopo aver vinto il “Premio speciale MarteLabel 2010“.  Auff!! è l’album della consacrazione, il quale rialza i MaDeDoPo dall’oblio di Mestruazioni, album del 2008.  La band di Lanciano si lascia andare a performance live dal grande calibro, complice il savoir- faire musicale del cantante Luca Romagnoli, il quale senza mezze misure è protagonista indiscusso della scena. Dalle corsie di un ospedale durante la convalescenza post incidente d’auto traumatico ai palchi di tutt’Italia, di Budapest e di Berlino.

Management del Dolore Post Operatorio ©Facebook Official Page
Management del Dolore Post Operatorio ©Facebook Official Page

A Tu per Tu con i Management del Dolore Post Operatorio.

La particolare attitudine ad essere nudo e crudo di Luca Romagnoli, frontman della band è venuta fuori anche durante l’intervista, la quale risulta molto soddisfacente, e ci lancia all’interno delle attività dei MaDeDoPo, facendoci cogliere immediatamente la filosofia e il cuore della musica della band. Per i Management l’unica alternativa al dolore è il piacere“, e allora quale miglior piacere se non quello di buttarsi a capofitto nell’arte della musica?

“Management del dolore post operatorio” è un nome che la dice lunga, potete riassumere in poche righe quello che siete e come lo siete diventati?

Siamo quattro cafoni. Volgari e mangioni. Portiamo sul palco quella che in teoria sarebbe la visione del mondo di un vecchio ubriacone al bancone del bar,e che poi trasformiamo in musica per organi caldi. Ci piace essere come ci sentiamo, non è difficile da capire. Ogni giorno ha le sue pene ed ogni giorno ha il suo IO. Tutto qui, non abbiamo nessun personaggio particolare (creato a tavolino) da portare avanti. Siamo attori e spettatori di noi stessi. E’ una genuina forma di perversione, ogni nuova giornata è come un nuovo partner sessuale, non sai mai quale sarà la sua prossima mossa, e allora noi a volte la aspettiamo, la osserviamo, e se questo non ci eccita, allora cominciamo a condurre il gioco. E’ tutta una questione di orgasmo, fondamentalmente.

Vi piace sentirvi poeti provinciali, come pensate di portare la poesia nell’insopportabile tormento della vita?
“A noi ci piace vivere alla grande”, ci straziamo di vita. Abbiamo un solo modo di fare “poesia” della vita, con la vita. Parlare dell’infinito quasi fosse una cacca di cane, e poi parlare di una merda di cane quasi fosse l’infinito.

Siete stati proclamati miglior gruppo indipendente e vantate anche il palco internazionale di un festival come lo Sziget, quali sono le difficoltà di affermarsi come realtà indipendente nel nostro paese e nella discografia in generale?
 Se fai musica solo per affermarti bisogna conoscere alcune regole, che non hanno nulla a che fare con gli strumenti e gli amplificatori e i microfoni. Suonare è una cosa che viene da dentro, dire le cose che si pensano è una cosa che viene da dentro. Si guadagna molto di più in banca che su un palco. A noi però non piace fare i conti ma piace stimolare le emozioni delle persone, nel bene o nel male. Il resto viene da se, lo Sziget viene da se. Non sappiamo se siamo stati bravi o siamo stati fortunati, sappiamo solo che non vogliamo fare altro, e forse non lo sappiamo neanche fare.

Auff!! - Management del Dolore Post Operatorio - Artwork
Auff!! – Management del Dolore Post Operatorio – Artwork

Management del Dolore Post Operatorio – “Auff”: l’ascolto.

L’album “Auff!!” si colloca in quella fascia di rock che non usa mezze misure per esprimersi, che è deciso, secco e molto chiaro. I suoni sono selvaggi, come del resto i testi e i titoli e raccontano della nuda e cruda realtà urlata e gridata violentemente. “L’amore Borghese” è il racconto dei sentimenti che diventano materia, dei rapporti interpersonali che si sgretolano con il tempo e che diventano come un bilancio economico. Le risate e la ripetizione dei riff violenti rende il tutto poco romantico, ma molto drammatico. “Il Numero Otto” diventa l’infinito e narra dell’ambiguità e della misera condizione di una metafora che si applica senza difficoltà ai giorni nostri e alla posizione dei mediocri in una società come la nostra. Tutti i brani non hanno difficoltà ad entrare nei motivetti cantati dalla nostra mente, che si trasformano violentemente in inni cantati sotto il palco dove i Management diventano protagonisti. La musica di questa band si propone come la novità che non si nasconde dietro un finto impegno intellettuale, ma li rende veri e propri protagonisti della loro vita e dei racconti che portano in musica. I Management amano la musica e probabilmente faranno questo per il resto della loro vita perché, come loro stessi dicono, è l’unica cosa di cui sono capaci. Un rock diretto e senza mezze misure, che si impone a rompere gli schemi di una lirica musicale delicata e pulita, che per la maggior parte delle volte non arriva dritta al cuore.

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