Max Gazzè presenta “Sotto Casa” alla Feltrinelli di Napoli

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Max Gazzè - "Sotto Casa" La Feltrinelli, Napoli - © Ph. A. Moraca

Max Gazzè presenta il suo ultimo lavoro discografico “Sotto Casa” a La Feltrinelli di Via Santa Caterina a Chiaia (angolo P.zza dei Martiri) a Napoli. Sala gremita, giovani fan e curiosi accorrono nonostante fuori diluvia  per poter assistere alla presentazione del nono tassello discografico del cantautore romano, reduce dal settimo posto al Festival di Sanremo 2013. Presentatosi con una decina di minuti di ritardo entra in sala con caffè e dolce: ad attenderlo alla scrivania il critico e giornalista Federico Vacalebre che indirizza i presenti circa i contenuti (lapalissiani e latenti) dell’album, definendolo un disco ricco di tematiche: non mancano di certo battute e momenti d’ilarità (come il miniclip pubblicato sulla pagina Facebook) senza mai perdere di vista i punti focali dell’incontro, contenuti-delucidazioni-aneddoti-tour.

E’ attualmente l’artista più ascoltato su Spotify nonchè tra i più scaricati su iTunes, due piccoli ma significativi traguardi che premiano “Sotto Casa”, ultimo lavoro discografico di Max Gazzè pubblicato lo scorso 14 Febbraio proprio nel bel mezzo del Festival di Sanremo 2013.

Max Gazzè - "Sotto Casa" La Feltrinelli, Napoli - © Ph. A. Moraca
Max Gazzè – “Sotto Casa” La Feltrinelli, Napoli – © Ph. A. Moraca

Quello che risalta subito all’occhio è la spensieratezza caratterizzante la piacevole chiacchierata, i volti distesi e curiosi dei presenti (c’è anche qualcuno che focalizza lo sguardo sullo smalto nero usato da Gazzè) che non rivolgono domande fatto salvo una ragazza che chiede a quale canzone fosse particolarmente affezionato: “ogni canzone rispecchia un preciso momento della mia vita; non riesco di fare una scaletta l’importante è l’interpretazione di ognuno, è quella la canzone più bella”. Il mini tour tra le librerie La Feltrinelli si chiude a Napoli (dopo Torino, Milano e Roma), città che tra l’altro non ospiterà il tour prossimo al via anche se: “il tour si chiama sotto casa, quindi verrò a cantare proprio sotto casa vostra”. Promessa strappata.

Max Gazzè - "Sotto Casa" La Feltrinelli, Napoli - © Ph. A. Moraca
Max Gazzè – “Sotto Casa” La Feltrinelli, Napoli – © Ph. A. Moraca

Si parte con l’introduzione di Federico Vacalebre: un album ricco di spunti che abbraccia tematiche differenti, dall’abbandono alla religione, dal cambiamento alla denuncia. La domanda circa la parentesi sanremese è d’obbligo, parentesi in cui Gazzè svela che la scelta dei brani eseguiti sul palco del Teatro Ariston sono i più ironici dell’album, una scelta ponderata per gli ascoltatori (e il pubblico). La canzone “Sotto Casa” ad esempio parla dell’incomunicabilità tra le diverse religioni seppur ognuna nasce da un comune denominatore (stessa fonte, dice); l’idea di scrivere il testo nasce dalla sua passata esperienza presso le scuole salesiane, ragion per cui ha deciso di approfondire questo tema trattato con una certa superficialità, un mix tra la curiosità prettamente didattica e la propria visione del mondo. Visibilmente divertito è difficile decifrare quand’è che scherza e quand’è che dice sul serio ma il motivo di fondo è uno: l’utopia che ci possa essere un’apertura tra religioni, abbandonando il fanatismo che spopola incontrastato.

Dopo che Toto Cutugno gli ha proposto un concerto al Kremlino è il momento di parlare del tour: un tour europeo che partirà il prossimo 26 Febbraio da Berlino per terminare l’8 Marzo a Barcellona passando per Parigi, Londra e Bruxelles città in cui ha passato l’adolescenza (gli ex-compagni di classe lo raggiungeranno quella sera per il concerto). Il resto trattasi di città italiane per una prima parte del tour che partirà il 14 Marzo da Firenza fino al 5 Luglio a Roma (altre date del tour sono previste a ridosso tra Maggio e Giugno). Tornando a parlare dei brani di “Sotto Casa”, particolare attenzione merita “Atto di forza”: un testo che racconta di uno stupro, che passa in rassegna la psicologia della vittima nel momento antecedente e susseguente l’atto in sé; un esperimento realizzato grazie al supporto del fratello Francesco, “la musica è stata cucita ad hoc per il testo, a mò di racconto”. L’ultima domanda posta è “quanto personali possono essere le canzoni d’amore?”, visibilmente serio risponde “Tutte le canzoni sono interpretazioni personali come in “E tu vai via”; è un urlo di sofferenza per questa separazione, ma la libertà è non opporsi ai cambiamenti”.

 

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