Mazza polemico ancora con Luca e Paolo per Gramsci

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Mentre si temevano polemiche all’indomani dell’esibizione di Roberto Benigni sul palco dell’Ariston, le polemiche giungono invece, e ancora una volta, su Luca e Paolo.

Nel corso della serata il duo genovese ha omaggiato Antonio Gramsci con una lettura del testo “Odio gli indifferenti“. Nonostante il bel momento regalato dai due comici nella serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, il direttore di Rai 1 Mauro Mazza, non è sembrato molto contento della scelta di proporre il testo di un importante politico ed intellettuale italiano:

Parole alte come quelle di ieri sera si potevano trovare anche tra gli scritti di altri grandi personaggi della storia italiana. Il testo scelto da Luca e Paolo – ha sottolineato Mazza – era bello, suggestivo ed emozionante. Ma io avrei scelto personalmente altro, magari con l’immagine di Piero Gobetti che parlava della rivoluzione liberale“.

La risposta di Luca Bizzarri arriva immediata: “A me che quelle parole le avesse scritte Gramsci non mi interessava per niente, mi interessava soltanto il loro valore. Per noi conta il contenuto di quel testo, non il colore di chi l’ha scritto“, sottolineando che Gramsci fu sì un grande politico, ma fu anche un grande giornalista, filosofo ed intellettuale.
Anche il pensiero di Paolo Kessisoglu non si allontana dal collega: “Non mi viene in mente qualcosa di più libero e liberale di un discorso sulla responsabilità civile di tutti“.

Le due Iene sono sempre osservati dai vertici Rai, i quali spesso suggeriscono i temi che potrebbero essere trattati nelle puntate, era già successo dopo la prima serata quando i due avevano sorpreso tutti cantando “Ti sputtanerò” sulle note del brano di Morandi In Amore” dedicandola al rapporto idilliaco tra Berlusconi e Fini. Come per la polemica del brano, anche stavolta Luca e Poalo sono appoggiati nelle scelte da Gianni Morandi il quale sull’esibizione di ieri si è così diplomaticamente espresso: “Gramsci l’avrei citato anch’io e forse avrei citato anche De Gasperi e molti altri grandi italiani ma sono talmente tanti che non si poteva citarli tutti

E fortuna che la serata di ieri era stata battezzata come “Nati Per Unire“….

Questo il testo di “Odio gli indifferenti” di Antonio Gramsci recitato da Luca e Paolo

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

(Antonio Gramsci)

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