Pharrell Williams, “G I R L “. La recensione

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Pharrell Williams - G I R L - Artwork

Pharrell Williams torna nel mercato discografico con il suo nuovo album “G I R L” da lui stesso definito un omaggio a tutte le donne del mondo, il centro dell’universo. Due album all’attivo e ben 100 milioni di copie vendute nel mondo: benchè non sono i dati di vendita a decretare il successo di un artista – con riferimento alla qualità – il fenomeno Pharrell Williams non è da sottovalutare; non il singolo “Happy” ma il crescendo dell’intero iter artistico che sin dagli anni ’90 ad oggi  gli ha ritagliato un posto di tutto rispetto nel panorama musicale mondiale.

L’etichetta discografica è la Universal Music, l’album è stato pubblicato fisicamente nel mercato discografico lo scorso 4 Marzo, e il singolo di lancio dell’album non ha bisogno certo di presentazioni. L’album “G I R L” prende nettamente le distanze dal primo lavoro discografico “In My Mind” datato 2006: maturità artistica, inventiva, creatività convergono per creare uno dei lavori discografici più imponenti del 2014. La matrice è quella delle origini, testi “donne-sesso-macchine” dominano letteralmente i 10 brani che compongono la tracklist, collaborazioni vuoi con Justin Timberlake come in “Brand New”, vuoi con Alicia Keys come in “Know Who You Are”, ma gli esordi sono completamente superati: il fenomeno Pharrell Williams ha superato tutti superandosi, per esempio firmando un brano con il suo unico contendente sul mercato Justin Timberlake.

Pharrell Williams - G I R L - Artwork
Pharrell Williams – G I R L – Artwork

La copertina parla da sé, introduce a quelli che sono i contenuti piccanti dell’album: donne (e sesso e macchine). Diciamo pure che se l’hip-hop è superato (caratteristica peculiare che trociamo, invece, nel primo lavoro “In My Mind” del 2006) il contenuto è lo stesso, seppur rinnovato nello stile. La famiglia non ha cambiato la sua attitudine ma questo on importa: “G I R L” è un lavoro di un certo spessore, che richiama l’attenzione anche dei non amanti del genere.

Partiamo dal brano di apertura “Marylin Monroe”, un omaggio alla diva che parte con un bel tappeto di violini, di matrice orchestrale, destinato a diventare il nuovo singolo (tesi sostenuta, ndR). Dalla musica di accompagnamento alla “happiness” di “Happy” singolo che spopola nel web e nel mondo – trattasi di un singolo di lancio che ha il suo perchè – troviamo ad esempio la collaborazione con i Daft Punk per il brano “Gust of Wind”: l’influenza del duo electro-francese è lapalissiana, ottima musica da aperitivo così come per la precedente “Get Lucky” che vede la collaborazione con Pharrell Williams: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

Il funky di “Brand New” con Justin Timberlake fa da eco ai due successivi “Hunter” e “Gush” mentre in “Lost Queen” e “It Girl” troviamo lunghi assoli di chitarra sul finale e suoni di matrice afro-americana che si mischiano a campionature funk e psichedeliche. Non stono affatto “Come Get It Bae” con Myles Cyrus mentre “Know Who you Are” con Alicia Keys è dominato dalla voce della black woman, il talento è di casa.

Sebben in brano più leggero dell’album “G I R L” frutta un Golden Globe e una candidatura al Premio Oscar, “Happy” non è indicativo circa la moltitudine di suoni ed esperimenti presenti in quest’album. Alcuni suoni possono sembrare “trita e ri-trita” ma il sound è giovane e rinnovato, e non scoccia affatto ascltarlo più volte e in situazioni più disparate. Il pop è la parola chiave, ma il secondo lavoro di Pharrell Williams sembra abbia convinto il grande pubblico. With Complimets…

 

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