R. Kelly: “Black Panties”. La recensione

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R. Kelly - "Black Panties" - Artwork

E’ uscito “Black Panties“, nuova fatica discografica di Robert Sylvester Kelly, meglio noto come R. Kelly, cantante, compositore, rapper e produttore di musica statunitense, amante del genere soul e r’n’b, famoso per la canzone “I believe I can fly” della colonna sonora di “Space Jam”, film con la partecipazione di Michael Jordan.

Il discografico americano, attivo dal 1995 e con ben 12 album in studio nella sua discografia, ha pubblicato nella sua carriera anche “I Believe“, singolo dedicato al Presidente degli Stati Uniti d’America appena eletto, Barack Obama, ed ha da poco collaborato con artisti del calibro di Lady Gaga per il singolo “Do What U Want”, contenuto nell’album della cantante “ARTPOP” e con Justin Bieber, per i suoi Journals, con il singolo “PYD”.

Il disco “Black Panties“, composto da tredici canzoni per circa 46 minuti di musica, si apre con “Legs shakin’“, pezzo di puro r’n’b sudato e sensuale e vede la collaborazione di Ludacris per un inizio che migliore non si potrebbe. Il secondo brano è “Cookie“, pezzo di hip hop duro e puro che male si concilia con il primo brano e che porta a premere il tasto di avanzamento del CD per arrivare a “Throw this money on you“, pezzo di r’n’b che mostra come l’artista a stelle e strisce in questo terreno mostri tutta la sua genialità.

Dopo la telefonata condita di insulti e risate di “Prelude” troviamo l’arpeggio di chitarra di “Marry the pussy“, canzone inframezzata da trame elettroniche e dita schioccate che trasuda sessualità da ogni nota, testo compreso. La voce effettata di R. Kelly introduce “You deserve better“, proseguendo nella striscia soul del disco dove la base disegnata dall’elettronica fa da tappeto alla voce.

R. Kelly - "Black Panties" - Artwork

Dobbiamo ascoltare “Genius” per trovare qualcosa di diverso nel disco, con un brano che ricorda molto da vicino il successo di “Gotham City” sempre dello stesso artista. Con “All the way” comincia un filotto di featuring e collaborazioni: in questa canzone troviamo la voce calda ed altissima di Kelly Rowland, membro delle Destiny’s Child ormai destinata alla carriera solista, ed in “My story” e “Spend that” troviamo invece la collaborazione di due rapper, 2 Chainz e Young Jeezy: nel mezzo troviamo “Right back”, pezzo scandito da un carillon ed intriso di nostalgia. Il disco termina con “Crazy sex” e “Shut up“, due brani quasi agli antipodi per forma musicale, visto come il primo sia r’n’b ed il secondo sembri votato al gospel.

Black Panties” (che nella versione deluxe arriva fino a 17 canzoni) inizia che meglio non si può, mostrando quale sia il marchio di fabbrica di Kelly, un r’n’b raffinato e soul, una danza lenta e sensuale. Ma poi qualcosa si inceppa e la magia sembra svanire progressivamente nel disco, tranne qualche episodio più azzeccato (“Genius”, “Throw this money on you” e “Shut up” sopra tutti gli altri) e qualche caduta di stile, soprattutto nei brani hip hop che perdono molto del genio di questo produttore americano. Ma siamo nel regno della musica a stelle e strisce, si doveva concedere qualcosa al mercato mainstream. Peccato però perché per il resto il disco è godibilissimo e molto piacevole all’ascolto, perfetto per una serata galante.

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