Spotify nuovo re della musica liquida, Youtube e Google contrattaccano

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Daniel Elk Fondatore di Spotify | © Spencer Platt/Getty Images

Anni 2000, tempo di tecnologia e modernità, in cui gli apparecchi elettronici, meglio senza fili, conducono la nostra quotidianità. Seppur con qualche iperbolico attacco di fantasia fantascientifica, scrittori e registi del passato avevano immaginato così gli anni che stiamo vivendo e non si sono allontanati troppo dalla realtà. Siamo arrivati al punto in cui la musica, arte che più si scollega da ciò che è bruto e terreno, è riuscita a svincolarsi dai supporti fisici che la incatenavano ed a tornare in quell’etere che da sempre la ospita e la compenetra. Da quando internet ha preso piede in tutto il mondo, si sono sviluppate tecnologie ed applicazioni sempre più sofisticate per condividere, scaricare (più o meno legalmente), ascoltare e addirittura vedere la musica lontani da vinili, dischi e primitive musicassette. Ultima novità in questo campo è stato Spotify, arrivato in Italia lo scorso Febbraio in netto ritardo rispetto al resto d’Europa e del mondo. Novità sembrano adesso giungere dal fronte Youtube e da Google, decisi a riprendersi il comando della musica liquida.

Youtube è stato fino ad adesso il canale più sfruttato dagli utenti per ascoltare e condividere la musica che più li interessava, ma da quando anche nel nostro Paese è stata attivata la piattaforma di Spotify, la pressione della concorrenza ha cominciato a farsi sentire.

Daniel Elk Fondatore di Spotify | © Spencer Platt/Getty Images
Daniel Elk Fondatore di Spotify | © Spencer Platt/Getty Images

Non stupisce, quindi, che proprio i vertici di Youtube stiano pensando al contrattacco: secondo quanto riportato  dal sito internet Fortune, i tecnici del “Broadcast Yourself” starebbero pensando di attivare un servizio in abbonamento che garantirebbe funzioni esclusive per una migliore fruizione della musica.

Iniziative analoghe starebbero per arrivare anche da parte del colosso Google, che tempo addietro ha lanciato in tutto il mondo Google Play Music, motore di ricerca dedicato al solo settore della musica. Anche qui si guarda con timore il fenomeno Spotify, in grado di svolgere la medesima funzione grazie alla libreria di oltre 20 milioni di brani (ed aggiornata quotidianamente con l’aggiunta di altri 200 mila).

Il mercato discografico si è ormai visto da tempo costretto ad adattarsi ai tempi che corrono, si è lanciato con lungimiranza nella rete, lasciando che stores digitali sostituissero quei negozi di dischi scomparsi anni fa e che la musica diventasse sempre più liquida. Dopo anni di dominio incontrastato di Youtube e Google, l’outsider Spotify riapre i giochi e i diretti concorrenti corrono ai ripari.

Speriamo solo che, tra un rendiconto ed un bilancio, una strategia pubblicitaria ed una consulenza di marketing, ci si ricordi ancora di che cosa stiamo parlando. Musica, arte, emozione, vita.

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