Sunneva, la musica come libera interpretazione dei sentimenti

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Sunneva © Rino Sorrentino

Il piacere di una scoperta musicale è direttamente proporzionale a quanto soggettiva possa essere la qualità del progetto musicale stesso. Sunneva è una personalità femminile, e legata alla sua identità sessuale, porta tutti i difetti e la sensualità che può avere una donna. Libertina e dissoluta Sunneva brilla della sua luce spirituale, e con la sua leggerezza musicale dona rifugio, calore e tranquillità a chiunque ne abbia bisogno. Foreste incantate e ambientazioni fantastiche sono il background dell’arte di Stefano Pellone, il quale plasma testi, musica, ambientazioni e anima melodica per dare vita a Sunneva, progetto che porta tutto il carattere di una produzione musicale internazionale. L’attuale scena musicale sembra essere timida e fatica a regalarci outsider musicali come lo stesso progetto di Sunneva, perché a dirla tutta abbracciare l’essenza acustica della musica sembra essere compito assai difficile.

La suggestiva sensibilità armonica sembra essere il fil rouge di un’intero pensiero artistico, il quale, procedendo a piccoli passi sarà destinato a colonizzare tutti gli angoli della percezione uditiva. Dapprima creazioni intime diventate poi ascolto alla portata di tutti, le creature sunneviane esprimono timida intimità, e si estendono fino a toccare i lati più bui della sensibilità musicale di ognuno di voi, perché non solo con la forza, ma anche con la delicatezza vengono combattute le migliori battaglie.

Sunneva © Rino Sorrentino
Sunneva © Rino Sorrentino

A Tu per Tu con Sunneva

La malinconia e la tristezza che avvolgono certi momenti della vita danno origine all’espressione più nobile dell’arte.
Si sa che i migliori artisti sono sempre stati coloro i quali, vittime di una situazione drammatica, si rifugiavano nella musica o nella poesia per poter trovare conforto. Dai primi ascolti si percepisce in Sunneva una nota malinconica immersa in un’ambientazione fantastica allo stesso tempo silenziosamente tormentata.
A partire da un pentagramma vergine e un foglio bianco come nasce la tua musica?

Non saprei dire come nasce la mia musica per me non esiste un modo o un metodo.. né cerco di creare condizioni particolari affinché possa sentirmi ispirato..
l’ispirazione è dovunque.. nei rumori che ti arrivano dalla strada.. in una frase letta in un libro o in un ricordo d’infanzia.. a volte sono più ricettivo e sento la necessità di imbracciare
uno strumento e tradurre quella sensazione in note e suoni.. poi le idee migliori, come per una sorta di selezione naturale, mi rimangono in testa e diventano dei pezzi veri e propri mentre quelle più deboli si dissolvono..
in quanto al pentagramma… beh quello rimane vergine nel mio caso perché di teoria musicale ne so meno del mio cane! ma il fatto di non sapere scrivere la mia musica non mi impedisce di ‘sentirla’..
La nota malinconica che avverti nel disco è dovuta al fatto che Sunneva arriva dopo un periodo difficile della mia vita durante il quale, tra le altre cose, avevo abbandonato completamente la musica..
dopo un paio d’anni sentii la necessità di ricominciare e fu come riprendere a respirare dopo una lunga apnea.. in breve tempo buttai giù dei pezzi ed alcuni amici musicisti – che ringrazio ancora con affetto – li ascoltarono e mi convinsero a diffonderli.. così li registrai e formai la band.. in questo senso Sunneva è una sorta di progetto corale e condiviso nel quale l’elemento dei legami umani è stato ed è tuttora imprescindibile.. la formazione attuale è composta da persone che stimo musicalmente e a cui sono legato affettivamente..

Un viaggio musicale attraverso vari generi, il passaggio alla scena indipendente, l’abbandono e poi il ritorno in musica grazie a chi ha apprezzato i tuoi lavori.
Un percorso piuttosto vario, ma anche ricco di esperienza. Sunneva viene dal nord, delicatamente arrivando con una raffinatezza quasi introvabile in musica. Oltre al processo creativo materiale, quali sono le tue ispirazioni in musica, e oltre che dal tuo trascorso personale da quali fonti musicali ti lasci ispirare?

La cosa più sorprendente che avvertii quando ripresi a suonare fu che, sebbene le mie mani non avessero toccato alcuno strumento per tanto tempo, la mia idea di musica si era invece evoluta in maniera silenziosa e sotterranea.. così misi da parte chitarre distorte e ritmi frenetici – tipici del mio background hardcore – a favore di sonorità più morbide e strumenti che non avevo mai considerato prima come chitarre acustiche e ukuleli vari, pianoforti e archi.. tutto quello che senti nel disco insomma.. Certamente Sunneva viene dal nord Europa.. e non solo perché è un nome di origine islandese! Il sound di Sunneva è decisamente nordico.. del resto tra i miei ascolti figurano molte band di quelle latitudini.. è difficile fare dei nomi.. se guardo ora sul mio Ipod trovo The Appleseed Cast, Volcano Choir, Lovesliescrushing, How to Dress Well, Perfume Genius, The Black Atlantic, Lost In The Trees, Liars, Apparat.. ma ci sono altri personaggi che reputo mostri sacri come Patrick Watson o Bon Iver o Colleen ad esempio.. e poi la scena Islandese con nomi del calibro di Múm , Sing Fang e Seabear, Amiina, Pascal Pinon e naturalmente Sigur Ros..

Carillon per adulti sapientemente posti tra una session melodica e un canto delicato; seppur non comune la tua musica suona immediata e piacevolmente malinconica. Come pensi di procedere nel panorama musicale indipendente in futuro? Quale potrebbe essere la formula giusta per arrivare in maniera adeguata a chi di musica ne fa il proprio pane quotidiano?

Onestamente non aspiro a fare della musica un lavoro perché altrimenti dovrei accettarne anche gli oneri! L’unica cosa che posso fare è impegnarmi a non tenere per me le mie canzoni.. se poi a qualcuno piaceranno allora avrò di che essere felice..

Sunneva © Rino Sorrentino
Sunneva © Rino Sorrentino

Sunneva: “We Are Trees”. L’ascolto

L’arte nasce dal dolore come dal piacere, e la malinconia melodica di Sunneva è indubbiamente lo specchio dell’animo musicale della stessa. Le innumerevoli sfumature presenti nelle combinazioni armoniche esprimono la miriade di sensazioni e di emozioni che hanno anche ispirato la stessa musica. Carillon e canti delicatamente malinconici e disperati accompagnano lenti un ascolto che immediatamente risulta piacevole e poco complesso, ma che nell’azione  ripetitiva esprime un senso di irrequietezza sempre più insistente, a dimostrazione che in fondo, per quanto si possano aprire le ferite dell’animo sulla luce presente in Sunneva, inevitabilmente la sofferenza prende il sopravvento.

L’essenza musicale è tutta racchiusa nelle aride scale acustiche, le quali in un insieme di intrecci musicali si estendono tutte verso il centro oscuro della vita e l’immensa altezza chiara e limpida dell’infinito. Radici che affondano nella terra e rami che si estendono al cielo sono le appendici musicali che tengono all’immensità tanto piacevole tanto tragica. Libertina e dissoluta l’esistenza della musica delicata e cullante di Sunneva porta una viscerale passione femminile e ama e odia con profonda devozione artistica. Ascolto estemporaneo e impressioni estemporanee che cambiano in continuità con gli ascolti, interpretati in maniera diversa ogni volta con sentimenti diversi. La realtà è quella che conta, non puoi dire cosa sarà il futuro e cosa è stato il passato, il tuo momento è ora, ed è quello che sarà per sempre.

Cullati da una tormentata storia sarete trasportati immediatamente negli scintillii di una foresta nordica, che con la sua freddezza ma con la sua gotica immensità sarà pronta ad abbracciarvi e a farvi perdere in essa. Non conterà più la vostra identità, sarà il vostro animo a fare di voi unici e drammatici strumenti dell’arte. Non avrete mai la consapevolezza di tutto ciò, avrete solo l’impressione, che alla fine di tutto, tutto esiste e tutto è nulla, tutto è infinito e tutto è drammaticamente vuoto.

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