The Fratellis: “We Need Medicine”. La recensione

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Ricordiamo tutti quanto il 2006 ci ha trascinato band dalla discutibile qualità musicale sulla cresta dell’onda spacciandoli per indie rock. I The Fratellis devono la loro nazionalità e la disperata ricerca dell’hype da parte della stampa inglese al successo di cui hanno goduto per almeno i primi tempi. Le luci della ribalta non si sono assolutamente spente, anzi la band ha preso un attimo di pausa, ma “We Need Medicine” sembra mettere fine al lungo silenzio. Nonostante tutto gli scozzesi però non suonano assolutamente male, anzi saranno anche vittima della nebbia creata da band “maggiori” ad averli fatta passare un po’ in secondo piano, ma in fondo vi assicuriamo che qualcosa da raccontare questi giovanotti ce l’hanno. I The Fratellis giungono nell’autunno 2013 con un terzo album che in realtà non si discosta molto dal mood rumoroso e festivo, anzi cerca di toccare tutti i tasti della loro identità musicale ritrovata e anche di quella perduta. L’ascolto ci porta immediatamente a riferimenti e paragoni con altre band conterranee, ma in fondo i The Fratellis godono di una particolare identità che al primo ascolto si percepisce appena, ma che poi permanendo nell’ascolto viene fuori in maniera più accentuata.

The Fratellis - We Need Medicine - Artwork
The Fratellis – We Need Medicine – Artwork

We Need Medicine” ci invia un messaggio ben preciso: “siamo ancora vivi, siamo sopravvissuti alla moria indie e siamo vivi e vegeti pronti per un’altra grande avventura discografica“. Il terzo arrivato in casa The Fratellis ci ricorda un po’ i Mando Diao, un po’ gli Arctic Monkeys dei primi tempi e tutti quelli che, sopravvissuti al fenomeno indie hanno cambiato direzione, lasciando morire i più deboli che purtroppo hanno goduto della gloria di un solo album. Un po’ di country, un po’ di rock, un po’ di punk e un po’ di quella roba che tanto piace ai frequentatori dei festival internazionali dicono tutto e non dicono niente, ma non abbiate paura non risulta un mix di scarsa qualità. “We Need Medicine” sarà l’album della svolta musicale o probabilmente farà ricadere la band nel dimenticatoio, come è capitato ad altre band giunte al terzo album. L’unica differenza è che i The Fratellis rispetto ad altri non risultano banali, scorrono piacevoli e anche abbastanza sensibili nonostante i tempi di “Chelsea Dagger” sembra siano stati dimenticati.

L’ascolto risulta essere compatto, non si distingue per brani in particolare, anche se “Rock n Roll Will Break Your Heart” risulta una piacevole pausa tranquilla rispetto al resto. L’esordio con “Halloween Blues” è quello dalla forte identità The Fratellis, movimentato leggero e piacevole, “Seven Nights Seven Days” è la traccia con la quale “We Need Medicine” esordisce nelle radio e addirittura sul web con un download gratuito, e tra un ammiccamento pop e una venatura insistentemente country suona interessante. Nulla di negativo, i compiti a casa sono stati fatti bene, ma ahimè qualcosa sembra mancare ancora una volta per poterne fare il disco della stagione.

 

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