The Orwell su The Passenger

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The Orwell EP
The Orwell EP

Eccoci con l’appuntamento settimanale con The Passenger, la nostra nuovissima Rubrica che ha l’obiettivo di presentare la musica emergente. Dopo i bergamaschi Le Capre a Sonagli vi vogliamo parlare dei The Orwell, formazione indie-rock (anche se mai etichetta è più limitativa di questa) nata circa due anni fa ad Aprilia. Una musica che si colloca a metà fra il rock e tutto ciò che non è tale. Un suono profondamente diversificato e ricco. Le influenze dei The Orwell sono moltissime e, come vi spiegheranno anche loro, nella breve intervista realizzata, nascono da un background e un gusto musicale profondamente diverso dei vari membri della band. The Orwell sono influenzati dalla musica gitana ma devono molto anche al blues senza dimenticare il potere della chanson francese. La parola d’ordine per quanto li riguarda è sperimentazione e l’intento della band è proprio estremizzare quanto possibile questo termine. Una band ancora tutta da scoprire che ha all’attivo un EP e qualche apparizione dal vivo ma la formazione sembra essere ben orientata verso il futuro con tante buone speranze e la giusta dose di convinzione necessaria. Vi facciamo raccontare la loro esperienza proprio mediante le parole dei The Orwell.

The Orwell
The Orwell | Sito Web Ufficiale

A Tu per Tu con The Orwell

La prerogativa del progetto The Passenger è quello di farvi conoscere il più possibile, ogni settimana, una realtà musicale del nostro territorio. Quale miglior conoscenza se non una chiacchierata con loro. Abbiamo posto qualche domanda ai The Orwell che ci hanno spiegato la loro nascita e soprattutto la loro visione musicale.

1. The Orwell si sono formati poco più di due anni fa, ci raccontate la vostra nascita musicale?

La nascita dei “the Orwell” avviene dall’incontro quasi casuale di noi tre amici musicisti con Tiziano. Ognuno di noi ha gusti musicali molto diversi, ascoltiamo generi diversi, quindi all’inizio c’era qualche difficoltà ma l’intuizione giusta è arrivata una sera in cui abbiamo iniziato a “sporcare” un giro blues che aveva portato Tiziano – un pezzo che sembrava uscito dagli anni 20 americani – e trasformandolo in qualcosa d’altro. Eravamo soddisfatti, avevamo capito che potevamo costruirci una nostra strada musicale. Così nacque il progetto the Orwell.

Dopo un anno ci siamo messi alla prova, abbiamo registrato i primi 4 pezzi con cui abbiamo partecipato al concorso IoFarnetico. Siamo arrivati in finale. E’ stato un momento molto importante, ci ha fatto capire che stavamo andando nella direzione giusta.

2. La vostra musica è stata descritta come un mix di blues passando per la musica gitana fino alla chanson francese. Da cosa deriva la voglia e il bisogno di mixare suoni così differenti fra loro?

Come già detto la strada evolutiva del gruppo non è stata priva di contrattazioni e patteggiamenti fra gli elementi stessi. Abbiamo tutti dei gusti ben distinti.  Il bisogno di mischiare generi diversi, o comunque di non limitarci a suonare un genere ben preciso, deriva fondamentalmente dalla curiosità di trovare nuove soluzioni musicali. Abbiamo una visione dei generi musicali non come barriere ma come potenzialità espressive. In questo momento stiamo scrivendo dei nuovi pezzi che sono totalmente diversi da quelli scritti in precedenza.

3. Quali sono i vostri progetti imminenti e quali quelli futuri?

Sicuramente registrare un album (dato che per ora abbiamo solo un EP). Poi abbiamo buttato giù anche un’idea per un video. Ci stiamo lavorando. E poi naturalmente suonare di più dal vivo.

“Fire Dance EP” & “Zebra 3”: l’ascolto e il commento

The Orwell EP
The Orwell EP

Innanzitutto vi proponiamo l’ascolto di alcuni lavori della band mediante il loro SoundCloud ufficiale.

Come potete notare le canzoni proposte si differenziano molto le une dalle altre e questa sembra essere la caratteristica migliore dei The Orwell. Proprio quella di non focalizzarsi su un preciso genere musicale ma di aprire qualsiasi porta alla musica. “Les Chinoise” è un brano divertente, con una base musicale già ben rodata che permette di ascoltare il brano piacevolmente. “Mr Black Mouth” mostra la ricchezza del sound dei The Orwell. Voce e musica si uniscono per creare brani che si muovono sempre su basi ben congegnate che permettono dunque di lasciare maggiore spazio proprio al potere comunicativo delle canzoni. “Ce ne pas pour toi” prosegue il filone scritto dai brani precedenti, un francese che non viene né sussurrato né urlato ma che trova un giusto bilanciamento.

Si conclude con “Fire Dance With Me” che si muove su una musicalità gitana per poi toccare nuovamente le sonorità dei precedenti brani. “Zebra 3”, invece, di cui vi proponiamo anche il video, sfocia maggiormente in tonalità indie-rock trovando una maggiore pulizia nei suoni che risultano sempre ben orchestrati. Come detto anche dagli stessi The Orwell, non vediamo l’ora di sentire un disco completo.

MelodicaMente ha scelto di proporvi per questa settimana una band in grado di giocare sapientemente con i suoni e una proposta sicuramente interessante.

Formazione:

Alessandro Enderle: Voce & Chitarra
Tiziano Garulli: Voce & Chitarra
Angelo Vittori: Basso
Marco Formosa: Batteria

 

 

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