The Specials live @ Alcatraz Milano. 22 Settembre 2011

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Un giorno succede che scopri che uno dei tuoi gruppi preferiti, al quale ti ispiri anche nel vestire e del quale hai i dischi in vinile a casa vengono a suonare vicino casa tua. Butti per caso su Facebook che probabilmente andrai a sentirli, e MelodicaMente ti dice: “Se vai ci fai una recensione?”. Non aspettavo altro.

The Specials
The Specials sono un gruppo di ska inglese, anzi, IL gruppo di ska inglese (insieme ai Madness). Sono contemporanei dei Clash e sono alla loro seconda reunion, essendosi sciolti negli anni 80, poi riformati negli anni 90, poi sciolti, poi riformati nel 2008. Forse per soldi, ma se devo dire la verità, chissenefrega, l’importante è che siano vivi, vegeti e suonanti.
Perché tutta questa storia? Perché, nonostante non siano più dei giovanotti, picchiano come certi gruppi di giovinastri contemporanei non si sognano neanche, e soprattutto non vivono nel mito di loro stessi come altri gruppi di anziani del rock’n’roll (Rolling Stones, non ve la prendete). Ma andiamo con ordine.

Aprono il concerto i Casino Royale, che in omaggio agli headliners riarrangiano in versione ska i loro successi. CRX, Re senza trono, Royal sound. E tutte le canzoni suonano spaventosamente bene, e realizzo che i Casino Royale in versione ska danno 15 punti ai Bluebeaters. Con tutto il rispetto per i Bluebeaters.

Finito il concerto degli italiani, viene sollevato un telo bianco che coprirà il palco fino all’inizio. Pausa sigaretta, birrettina, e si illuminano le luci dietro il sipario. In controluce appaiono i nostri eroi vestiti bene. E cominciano a tirare giù tutti i successi, Do the dog, Nite Klub, Little bitch. Alla terza canzone il cantante e ballerino si rivolge a uno in prima fila e gli dice (traduco letteralmente) “Se il concerto ti fa cagare, te ne puoi anche andare fuori”. Credo fosse l’unico che non si stava divertendo, perché The Specials hanno suonato senza mai una pausa per un’ora e mezza e il pubblico ha ballato per lo stesso tempo. Facce sorridenti, gente che stava bene, davvero uno dei concerti più divertenti che abbia mai visto.

Una carica incredibile, chitarristi, bassista e cantante che si scambiano di posto e scherzano come vecchi amici, alcuni pezzi conosciuti da tutti come la famosissima A message to you Rudy che, sempre all’insegna dell’amicizia, il cantante dedica a un idiota che sta in prima fila, probabilmente quello che non si stava divertendo. Per tutta la canzone mi sono chiesto se gli Specials sanno che quella canzone è famosa per lo spot della Doblò, quello con i giamaicani. Oltre che per il plagio fatto da Federico Stragà (ve lo ricordate?) con Mia nonna è un’astronauta.

E si arriva alla fine, e gli Specials salutano con You’re wondering now, la migliore canzone che abbia mai sentito per chiudere un concerto:
“You’re wondering now, what to do, now you know this is the end” (Ti starai chiedendo che cosa fare, ora lo sai, questa è la fine). Detta così è niente, allora ascoltatela in questo duetto con Amy Winehouse e ditemi se non vi viene voglia di fare su e giù con la testolina.

Ciao Specials, se avete intenzione di sciogliervi di nuovo e poi fare una reunion, chessò, nel 2023, sarò lì ad aspettarvi, ancora vestito bene.

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