“Unknown Pleasures”. La celebrazione di un mito firmata Peter Hook

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Terminato da un paio di giorni il tour USA dei The Light di Peter Hook possiamo cominciare a tirare le somme di questo evento celebrativo del capolavoro dei Joy Division “Unknown Pleasures”.

Dopo tre date italiane, la formazione di Peter Hook (tra le cui fila troviamo anche il figlio Jack Bates) si è impegnato in un mini-tour negli States durato tutta la prima decade di Dicembre. Come è stato scritto gli USA aspettavano da trent’anni la performance, ormai diventua leggenda, di “Unknown Pleasures”.

A un anno dall’uscita dell’album, nel 1980, Ian Curtis, vocalist, leader e mente dei Joy Division si toglieva la vita deviando in maniera radicale i progetti di vita delle persone che lo avevano conosciuto e amato e la sostanza musicale di uno dei gruppi dalla linea ritmica ed elettronica più particolare ed espressiva della scena inglese fine ’70.

Celebrare Ian Curtis e la musica dei Joy Division è stato un evento che ha permesso agli USA tanto quanto a Peter Hook di provare piaceri sconosciuti. Tutti hanno notato il rispetto e la felice musicalità con la quale Hook (al tempo bassista dei Joy Division e quindi primo artefice del loro suono) ha reinterpretato, rimesso in scena, goduto ancora una volta del repertorio dei Joy Division.

Joy Division

Il successo dei fan e della critica è stato netto e poco discutibile. Forse il desiderio di Ian Curtis che apriva la memorabile prima traccia di “Unknown Pleasures”, “Disorder” – “I’ve been waiting for a guide to come and take me by the hand” – si è finalmente realizzato, oggi, a distanza di trent’anni.

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