Il vaporwave, il nuovo genere musicale in ascesa

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Chi conosce un pochino la musica sa che è un meccanismo vivo e vegeto e che spesso essa muta e cresce costantemente, creando nuovi generi e nuove derive musicali, come un albero sempre vivo che genera nuovi frutti. Proprio per questo motivo in questi anni sono nate nuove correnti musicali molto particolari e che hanno trovato una loro collocazione e un loro percorso ben preciso. Con questo articolo partirà un piccolo viaggio nel quale andremo ad esplorare alcune di questi nuovi generi musicali. Il primo su cui ci soffermeremo è il vaporwave.

Prima di tutto, diamo una data di nascita al genere: la vaporwave è nata nei primi anni 2000 all’interno delle comunità internet e dei social network come Bandcamp, Tumblr, Soundcloud e 4chan (e per questo è stata ribattezzata “la musica di Internet“).

Parliamo ora invece dell’origine di questo genere musicale: la vaporwave proviene da alcuni sottogeneri della musica dance indipendente (come chillwave, bounce house e seapunk) misti ad altri generi musicali come la new-age e la lounge elevator music, insieme al dance-pop, allo smooth jazz e all’ambient. Insieme alla musica è nato anche un fenomeno artistico e culturale che vede una forte critica della società consumistica, della cultura anni ottanta e novanta e della musica new age mentre, al contempo, mostra un senso di fascino e nostalgia verso l’estetica (soprattutto digitale) di quegli anni, come i videogiochi, gli anime e la cultura post-moderna giapponese. L’immaginario associato alla vaporwave include statue greco-romane, web design anni novanta, arte glitch, riferimenti cyberpunk e l’uso di caratteri e figure provenienti dalla cultura nipponica.

Affrontiamo ora la questione dello stile musicale: la vaporwave utilizza moltissimo i campionamenti derivanti dalla musica degli anni Ottanta e Novanta e dagli spot pubblicitari o dagli anime di quegli anni, mescolandoli, rallentandoli o effettandoli pesantemente in maniera simile al “chopped and screwed“. I video che accompagnano le canzoni sono spesso dei frame in loop di icone commerciali degli anni Novanta (come la Pepsi o il McDonald) e/o di famosi cartoni animati giapponesi (Lamù, City Hunter, Sailor Moon). Molti vedono la vaporwave come la risposta dell’era digitale al punk, come ha anche espresso in un’intervista alla rivista Dummy Liz, cofondatore del sito SPF420: “La vaporwave, a mio parere, è il nostro attuale ‘punk’. I ribelli digitali. Quelli che ‘rubano’ musica altrui, solo per manipolarla un po’. Questo è fottutamente punk … i gruppi punk sapevano suonare solo power chords. È brillante. La vaporwave non è pigra, e nemmeno punk, penso che questi due generi di musica siano paralleli: brani brevi con messaggi molto letterali, realizzati con un intento minimale (per la maggior parte).”

Chi sono gli artisti iconici della vaporwave? Tutti sono concordi nell’affermare che gli album “Far Side Virtual” di James Ferraro e “Eccojams Vol.1” di Chuck Person sono da considerare i capostipiti del movimento. Ad essi nel corso del tempo si sono affiancate altri artisti di riferimento come Internet Club, Macintosh Plus, Saint Pepsi, Black Banshee, Vektroid, Yung Bae e Whitewoods, mentre esiste una etichetta discografica, la Artzie Music, che si è specializzata in vaporwave.

Dopo tutte queste parole, è il momento di lasciare spazio alla musica: eccovi quindi qualche video emblematico di vaporwave. A me non resta che augurarvi buon ascolto e il rivederci al prossimo articolo sui nuovi generi musicali.

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