Oltre 60mila per il lungo show di Bruce Springsteen a San Siro

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Bruce Springsteen | © MelodicaMente

Erano da poco passate le 20.30 quando Bruce Springsteen ha fatto il suo ingresso sul palco di San Siro, accolto dal boato degli oltre 60mila fan che hanno riempito lo Stadio facendo registrare il tutto esaurito al 37esimo live del Boss in Italia, il quarto a Milano: partenza con il botto per Springsteen che ha così dato il via al tour in Italia che ha in cartellone oltre a quello di ieri nel capoluogo lombardo, altre due concerti a Firenze e Trieste rispettivamente il 10 e l’11 Giugno.

Come già in altri live  del “Wrecking Ball Tour” l’avvio è arrivato sulle note del primo singolo estratto dall’ultimo lavoro in studio di Springsteen: “We Take Care Of Our Own” per poi passare a “Wrecking Ball“. Lunga la scaletta proposta nel corso delle oltre tre ore e mezza di live no stop: 33 i brani eseguiti con forza e grinta impareggiabili.

Dopo i due brani più recenti è stata la volta di un grande classico:  “Badlands” singolo da “Darkness on the Edge of Town” (1978), che ha poi lasciato posto a “Death to My Hometown” e a “Spirit in the Night”; in mezzo la splendida  “My City of Ruins” con il solo di Jake Clemons.

Più volte durante il lungo live Bruce Springsteen si è rivolto alle migliaia di fan che lo hanno sostenuto con calore, ricambiando l’intensità mostrata dal Boss sul palco, come quando ha detto: “Questo è un posto speciale, voi siete sempre i migliori”. Ed in effetti San Siro ha mostrato un Bruce Springsteen in ottima forma: instancabile animale da palcoscenico ha attinto al suo vasto repertorio seguendo una scaletta che ha certo accontentato i fan che hanno dunque potuto assistere ad un concerto magnifico che è corso lungo le 3 ore e quaranta minuti senza alcuna nota stonata, impeccabile l’organizzazione di Barley Arts. Evidente lo sforzo organizzativo di Claudio Trotta e del suo staff.

Bruce Springsteen
Bruce Springsteen | © MelodicaMente

“The E Street Shuffle” e poi un pensiero a tutti quelli che stanno soffrendo e ai terremotati dell’Emilia prima di intonare “Jack of all trades“:  “Candy’s Room”, “Darkness on the Edge of Town, “Johnny 99”, “Out in the street”,” No Surrender”, tutti d’un fiato senza mostrare alcun cedimento.

“Working on the Highway”, “Shackled and Drawn”, “Waitin’ on a Sunny Day”,  “The promise land”, “The river”, “The promise”: i brani del passato si mischiano a quelli più recenti e lo Stadio San Siro non smette mai di acclamare Bruce Springsteen che procede nella sua lunga notte milanese; “The Rising”, “Radio Nowhere”, “We Are Alive”, “Land of Hope and Dreams”.

La parte finale dello show si avvicina e arriva il momento delle intramontabili “Born in the USA”  e “Born to run” e ancora “Cadillac Ranch”, “Hungry Heart”, “Dancing in the dark”. La chiusura è  affidata a “Tenth Avenue Freeze-Out” in cui Bruce Springsteen racconta la storia della formazione della sua E Street Band, orfana di Clarence Clemons che nel brano in questione viene citato così da ricordarlo ad un anno dalla sua morte: le immagini di Big Man, dai primi concerti insieme al Boss fino all’ultimo, scorrono sugli schermi di San Siro accompgnate dal lungo e commosso applauso del pubblico che omaggia  in silenzio Clemons.

E quando tuttto sembra essere finito ecco che il Boss ha ancora energie per “Glory Days”  e la cover di  “Twist and Shout”. Spazio ora ai live di Firenze e Trieste: sarà lo stesso spettacolo?

 

 

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