Annalu: “La vita di un cantautore”. La recensione

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Annalu - "La vita di un cantautore" - Artwork

E’ uscito “La vita di un cantautore“, disco d’esordio di Annalu, cantautrice italiana classe 1985 con alle spalle già un’intensa carriera di autrice che l’ha portata a collaborare con artisti come Valerio Scanu, Annalisa Minetti, Emma e molti altri.

Il disco, prodotto dalla Blen Studio, è composto da 9 canzoni per una durata complessiva di 33 minuti ed è stato definito dalla stessa Annalu come “una personale raccolta di alcune tra le più significative canzoni sbocciate nell’arco di questi ultimi 5 anni di cantautorato, periodo nel quale sono successe tante cose le quali hanno ispirato i miei cambiamenti e il percorso della mia vita, artistica ed umana“.

Il lavoro della giovane autrice suona intimo ed accattivante e mescola sapientemente inglese ed italiano fin dall’inizio con le prime due canzoni, “My favourite thing” e “Guardati allo specchio“, che sono un po’ il biglietto da visita di questo disco: se da un lato la prima canzone è di un brit pop aggressivo e molto piacevole, la seconda è un pop che strizza molto di più l’occhio alla musica italiana moderna.

Annalu - "La vita di un cantautore" - Artwork
Annalu – “La vita di un cantautore” – Artwork

Il disco continua con questi richiami a questo dualismo inglese-italiano, dualismo che vede momenti esaltanti prima per l’una e poi per l’altra lingua, come in “Misunderstanding“, canzone che ricorda molto da vicino alcune composizioni di Elisa sia per linea melodica che per cantato (e che presenta nel disco anche una sua versione 2.0 con tanto di sottofondo orchestrale) oppure come in “Milano raccontami“, canzone dal forte sapore biografico, dedicata alla città che la ospita e che vede la collaborazione del cantautore Francesco Adessi e scelta come secondo singolo

Il disco vede altre due canzoni italiane come “Su di me“, brano scelto come primo singolo, dal sapore trascinante e deciso, e “La vita di un cantautore“, title-track che può essere definita come un piccolo diario di chi ha scelto di affrontare questa difficile carriera, ovvero quella di raccontare se stessi attraverso parole e note. Chiudono il disco i brani inglesi “What you are” e “Stanca“, brani quasi speculari: per quanto è ritmato il primo, è sincopato il secondo, pezzo che chiude degnamente il disco.

Il primo album ufficiale di Annalu è un lavoro che si inserisce bene nel filone del pop italiano del momento, disco dal sapore fresco e che si prende le giuste pause mostrando un nuovo talento della musica italiana che mostra il suo valore soprattutto in pezzi come “Misunderstanding “e “Stanca”, brani decisamente piacevoli e sopra le righe. Un buonissimo esordio per una ragazza che ha deciso di prendere il coraggio a due mani e scrivere per sé stessa di sé stessa.

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