Superbonus 110% nel 2026: proroga limitata ai territori colpiti dal sisma - melodicamente.com
In arrivo un nuovo super bonus che consente di raddoppiare le buste paga: è a partire da settembre, una novità interessante per molti.
A partire dal 1° settembre 2025, entra in vigore il Bonus un incentivo economico diretto destinato ai lavoratori dipendenti che scelgono di posticipare la pensione anticipata, mantenendo l’attività lavorativa oltre il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Questa nuova misura sostituisce il precedente e si traduce in un incremento netto dello stipendio grazie alla riduzione dei contributi a carico del lavoratore.
A chi spetta il Bonus in busta paga
Il Bonus si rivolge ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria o a fondi sostitutivi ed esclusivi che entro il 31 dicembre 2025 maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile o alla pensione anticipata ordinaria. La novità principale è che chi decide di rinviare l’uscita dal lavoro può trattenere in busta paga la quota dei contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) normalmente versata all’INPS.
Il beneficio si rivolge quindi a una platea più ampia rispetto al passato, comprendendo sia coloro che raggiungono i requisiti per la flessibilità previdenziale sia chi beneficia della pensione anticipata in via ordinaria.

Il funzionamento è piuttosto semplice e trasparente:
- La quota IVS a carico del lavoratore non viene più versata all’ente previdenziale, ma viene erogata direttamente in busta paga come maggiorazione dello stipendio netto.
- La quota contributiva a carico del datore di lavoro resta invariata, garantendo la continuità dell’accumulazione contributiva per la posizione assicurativa del lavoratore.
- L’importo riconosciuto non è soggetto a imposizione fiscale, pertanto il bonus è completamente esentasse.
L’adesione al bonus è facoltativa e richiede una rinuncia esplicita all’accredito dei contributi tramite specifica procedura INPS.
Per usufruire del bonus, il lavoratore deve presentare domanda all’INPS, autenticandosi con SPID, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi. L’Istituto previdenziale ha 30 giorni di tempo per verificare il possesso dei requisiti pensionistici e comunicare l’esito sia al lavoratore che al datore di lavoro.
Solo dopo il nulla osta dell’INPS l’azienda può applicare la misura, trattenendo la quota contributiva del dipendente e riversando l’importo netto in busta paga.
L’incremento economico varia in base alla retribuzione del lavoratore. Nel settore privato, la quota contributiva IVS a carico del dipendente è pari al 9,19% della retribuzione lorda. Ad esempio, un dipendente con uno stipendio lordo di 2.000 euro mensili può aspettarsi un aumento netto di circa 184 euro al mese, completamente esentasse. Su base annua, il vantaggio può superare i 2.000 euro. Il pagamento del bonus decorre dal mese successivo a quello in cui il lavoratore avrebbe maturato il diritto alla pensione.
Differenze con il bonus di prima
Questo nuovo Bonus appresenta un ampliamento significativo rispetto al precedente, che era riservato esclusivamente ai lavoratori con requisiti per la cosiddetta Quota 103. La nuova misura include anche coloro che maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile o ordinaria, estendendo così il beneficio a una categoria più ampia di lavoratori.
Il nuovo Bonus rappresenta quindi uno strumento concreto per incentivare la permanenza in attività lavorativa dopo il raggiungimento dei requisiti pensionistici, sostenendo il reddito netto dei lavoratori e garantendo al contempo la continuità contributiva per la pensione futura.
