L’identità e l’eredità di Peppe Vessicchi (Fonte_Raiplay.it)(www,melodicamente.com)
Peppe Vessicchio, uno dei più amati direttori d’orchestra ha lasciato un segno indelebile nella musica e nella cultura popolare italiana.
Con una carriera che ha attraversato quasi quattro decenni, il Maestro è stato molto più di un semplice direttore d’orchestra: un simbolo di eleganza, ironia e passione per la musica, soprattutto nel contesto del Festival di Sanremo, la kermesse musicale più seguita in Italia.
Nato a Napoli, Vessicchio ha sempre preferito farsi chiamare Peppe anziché Beppe, un dettaglio che riflette la sua natura schietta e il legame profondo con le sue radici. Con una carriera iniziata ufficialmente al Festival di Sanremo nel 1990, il Maestro ha saputo conquistare pubblico e artisti con il suo stile unico, fatto di garbo e ironia, ma anche con la sua capacità di emozionare attraverso la musica.
La sua figura è diventata iconica grazie a tanti momenti memorabili, come il ricordo emozionante delle prove con Whitney Houston o la simpatica reazione insieme a Elio e Le Storie Tese dopo la controversa seconda posizione al Festival con “La terra dei cachi”. La sua presenza era sinonimo di garanzia e successo, testimoniato dalle quattro vittorie sanremesi: con Avion Travel nel 2000, Alexia nel 2003, Valerio Scanu nel 2010 e Roberto Vecchioni nel 2011.
Nonostante il successo, Peppe Vessicchio ha sempre mantenuto un atteggiamento di umiltà e rispetto, senza mai concedersi atteggiamenti arroganti. Negli ultimi anni, la sua assenza dal podio dell’Orchestra di Sanremo ha suscitato un vero e proprio movimento di affetto e nostalgia tra il pubblico e i colleghi, con appelli social e merchandising dedicato a lui.
Un legame profondo con colleghi e pubblico
Oltre alla musica, Vessicchio ha coltivato rapporti intensi con figure di spicco della televisione italiana. Il sodalizio con Fabio Fazio e la comica Luciana Littizzetto è stato particolarmente emblematico: spesso ospite di “Che tempo che fa”, il Maestro ha partecipato a momenti di grande complicità con la Littizzetto, dimostrando un lato più giocoso e affettuoso, come quando ha permesso alla comica di tagliargli qualche pelo della barba, gesto rarissimo per lui.
Questa umanità ha conquistato anche i giovani talenti, tanto da spingere Maria De Filippi a volerlo come maestro nel programma “Amici”, dove è stato visto come una figura paterna e di riferimento per le nuove generazioni di artisti.

Dopo essersi allontanato dalla ribalta televisiva, Peppe Vessicchio ha dedicato il suo tempo allo studio degli effetti della musica sulla crescita di frutta e verdura, un ambito di ricerca affascinante e poco convenzionale che ha raccontato nel suo libro “La musica fa crescere i pomodori”. Questa sua passione per l’innovazione e la ricerca sottolinea quanto la musica per lui non fosse solo intrattenimento, ma una vera e propria forza vitale e rigenerativa.
Sul piano personale, Vessicchio ha potuto contare su una solida famiglia: un matrimonio durato 40 anni con Enrica Mormile, una figlia, Angelica, e la nipote Teresa, oltre a due bisnipoti che rappresentano l’ulteriore continuità del suo legame con la vita e la musica. Anche il suo affetto per gli animali, con un cane femmina in casa, completa il quadro di un uomo che ha saputo coniugare professionalità e calore umano.
Le difficoltà e i rimpianti di un Maestro
Non sono mancati momenti di difficoltà nella vita pubblica del Maestro, come la causa legale vinta contro la Rai per diritti musicali, un episodio che ha lasciato un segno doloroso e una ferita mai del tutto rimarginata.
Tra i rimpianti, Peppe Vessicchio ha sempre confessato di non aver mai avuto l’occasione di lavorare con Lucio Battisti, un gigante della musica italiana che avrebbe voluto incontrare professionalmente. Il suo ricordo più caro resta la collaborazione con Gino Paoli per la canzone “Ti lascio una canzone”, un brano che ha definito “un grande messaggio d’amore”, capace di commuoverlo profondamente e testimoniare il potere universale della musica.
