Controlli a tappeto per chi vende online-melodicamente.com
Per chi vende online sono in corso diversi accertamenti a tappeto. Ecco che cosa è importante sapere, in merito.
Vendere online e disfarsi dei propri oggetti di seconda mano è un qualcosa che fanno in molti. Siti come Vinted, Shopify, Ebay, Subito ecc., offrono la possibilità di eseguire tali scambi e tutto ciò, esentasse. Tuttavia, le cose stanno cambiando e potrebbero arrivare dei controlli da parte del Fisco, per chi usa queste piattaforme in modo completamente diverso.
Ma in che modo, nello specifico? Essere al corrente delle leggi vigenti e anche dei rischi correlati se si infrangono le regole è essenziale, in modo da non finire nei guai con l’Agenzia delle Entrate.
Controlli a tappeto per i venditori online: cosa accerta il Fisco e chi è a rischio
Da quanto si apprende, sono previsti controlli molto più stringenti da parte dell’Agenzia, in quanto le suddette piattaforme dovranno mandare i dati di coloro che vendono, in automatico.

A deciderlo è la direttiva Ue DAC7, che impone alle piattaforme di inviare di dati al Fisco e a partire dal 2024, questa novità sarebbe operativa anche nel nostro Paese. Ora, il punto non sono le soglie di vendita. Poniamo l’esempio che un venditore ottenga oltre 2000 euro di vendite. Questo non significa che, in automatico, debba versare le imposte.
L’obbligo di aprire una partita IVA sorge nel momento in cui sei su una piattaforma in cui vendi e fai commercio abituale e organizzato, senza pagare le dovute imposte. Questo è motivo di accertamento da parte dell’Agenzia.
Le vendite occasionali, infatti, sono esentasse. Se per esempio, svuoti il tuo armadio e decidi di vendere abiti che non indossi più, una macchinetta fotografica o quant’altro, non c’è dietro un’attività commerciale. Se invece decidi di comprare lotti di merce all’ingrosso e poi lo rivendi a un prezzo maggiore, sconfini nell’ambito commerciale. A questo punto, devi pagare le tasse.
Quando si supera una certa soglia di vendite, la piattaforma manda i dati al Fisco nazionale che poi li passa all’Agenzia delle Entrate del Paese del venditore, in questo caso l’Italia. Dopodiché, il Fisco lavora sull’incrocio dei dati e se emergono modalità da venditore professionista che omette di dichiarare i redditi, scattano gli accertamenti.
Di solito, i controlli partono su vendite organizzate di un certo rilievo e movimenti bancari tracciabili che hanno un importo notevole. Le sanzioni, se il venditore abituale evade le tasse possono raggiungere il 240% della tassa che non si è pagata.
In caso di accertamento è importante documentare che gli oggetti appartengano a chi li vende e che non si acquista all’ingrosso per rivendere.
