MelodicaMente

“Ho visto la morte in faccia” Vasco Rossi si confessa

Negli ultimi mesi abbiamo visto Vasco Rossi negli ormai famosi “clippini”, l’abbiamo visto correre per le  campagne bolognesi in ottima forma e i suoi fan giurano di averlo visto insieme alla band storica nei pressi di Ferrara dove sta provando i concerti che cominceranno all’Olimpico di Torino il 9 (con repliche il 10, 14 e 15 giugno, per proseguire a Bologna il 22, 23 e 26) e la fila si allunga. Come sappiamo Vasco negli ultimi due anni è stato “assente giustificato” a causa di uno “stafilococco aureo”, ma Vasco preferisce chiamarlo semplicemente come “batterio del c….“, che lo ha messo fuori gioco per un po di tempo. Del suo dolore e del suo umore dopo la malattia non ha mai parlato fino ad oggi, quando nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, ha avuto modo di dichiarare:

Ho visto la morte in faccia, ho avuto anche il blocco dello scrittore, però ci lavoro su, e produco. Le mie dimissioni da rockstar non sono state accettate, dunque ancora indosso le Prada rosse e metto il giubbotto di pelle sul palco: però faccio più il DJ che la rockstar, se avrò una canzone nuova la butterò in rete. Penso che a settembre si sentirà una cosa nuova. Ma andrò ancora in sala a Los Angeles, sono rituale. E il mio umore, ora, cambia velocemente. Per ora sto sano e lucido fino alla fine di giugno, poi si vedrà.

Vasco Rossi | © Facebook Official Fan Page
Vasco Rossi | © Facebook Official Fan Page

Riguado il suo rapporto con i social network dice:

Un vero compagno di vita. Ho scoperto il gioco, questo compagno virtuale alla fine divertente, ho visto come i ragazzini lo usano, e altro che il telefonino… Sono sposato felicemente ma se avessi una storia direi: “Per prima cosa chiudi Facebook”. Stavo attaccato dal mattino alla sera, non andavo neanche a pranzo, non facevo più niente. Mio figlio mi diceva: “Potresti staccare l’iPad almeno quando mangiamo?

Infine esprime anche un pensiero sulla morte di due big della musica:

Sono molto triste che è morto Little Tony, a 12 anni andavo a scuola di canto, cantavo Riderà e mi commuovevo. Anche per Jannacci, sono triste: è stato uno dei più grandi fenomeni, da lui ho imparato moltissimo fin dalle canzoni in dialetto. Senza Quelli che non ci sarebbe stata Siamo solo noi

 

Exit mobile version