Cosa contiene il caffè usi di solito: il nuovo studio - Melodicamente.com
Un nuovo studio allarma sul caffè che consumiamo ogni giorno: a cosa stare attenti e tutto quello che c’è da sapere.
Il caffè, bevanda simbolo delle nostre pause quotidiane, è al centro di un nuovo studio che mette in luce importanti differenze qualitative e, soprattutto, implicazioni per la salute legate alle modalità di preparazione.
Una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases ha analizzato come il tipo di preparazione influisca sulla composizione chimica del caffè e sui possibili rischi cardiovascolari associati al suo consumo.
Le sostanze nel caffè e i rischi per la salute cardiovascolare
Il team di ricercatori, formato da esperti di più università svedesi, ha evidenziato come non tutti i caffè siano uguali dal punto di vista degli effetti sulla salute. In particolare, l’attenzione si è focalizzata su due composti organici naturali presenti nel caffè: cafestol e kahweol, appartenenti alla famiglia dei diterpeni. Questi elementi sono noti per la loro capacità di aumentare i livelli di colesterolo LDL, comunemente definito come “colesterolo cattivo”, e quindi rappresentano un potenziale fattore di rischio per la salute cardiovascolare.
Lo studio ha sottolineato che il caffè non filtrato – tipico di alcune preparazioni tradizionali o di alcune macchinette automatiche – contiene concentrazioni significativamente più elevate di diterpeni rispetto al caffè filtrato, sia esso preparato con filtro di carta o con la classica moka. Questo significa che il tipo di preparazione incide direttamente sul potenziale impatto negativo sul cuore e sui vasi sanguigni. Il metodo di preparazione è dunque cruciale. Il caffè filtrato tramite carta, ad esempio, agisce come una barriera che trattiene la maggior parte dei diterpeni, riducendo così la quantità che arriva nella bevanda finale.
Anche il caffè ottenuto con la moka risulta avere livelli inferiori di queste sostanze rispetto al caffè non filtrato. Oltre al tipo di filtro, lo studio ha evidenziato che altri fattori tecnici possono influenzare la concentrazione di diterpeni, come la modalità di pulizia della macchina, la pressione dell’acqua e le caratteristiche tecniche specifiche della macchinetta. Tali elementi possono variare molto da modello a modello, influenzando la qualità e la sicurezza del prodotto finale.

Va precisato che la ricerca ha preso in esame solo 14 diverse macchinette da caffè, un campione piuttosto limitato, motivo per cui i ricercatori intendono ampliare gli studi per comprendere meglio quali tipologie di caffè sia effettivamente consigliabile evitare e come ottimizzare le tecniche di preparazione per minimizzare i rischi. Per i consumatori, questa ricerca rappresenta un importante invito a riflettere su quale tipo di caffè si preferisce e sulle modalità di preparazione adottate quotidianamente.
Mentre il caffè rimane una bevanda apprezzata e consumata in tutto il mondo, è fondamentale essere consapevoli che non tutte le sue varianti hanno lo stesso impatto sulla salute. In particolare, chi consuma quotidianamente grandi quantità di caffè non filtrato potrebbe considerare l’opzione di passare a metodi che riducano l’esposizione ai diterpeni, come il caffè filtrato con carta o la moka. Inoltre, la manutenzione e la pulizia regolare delle macchine da caffè risultano elementi non trascurabili per garantire una bevanda più sicura.
I futuri studi, in programma da parte del gruppo di ricerca svedese, mirano a fornire indicazioni più dettagliate e a valutare un numero maggiore di apparecchiature e metodi di preparazione, con l’obiettivo di offrire linee guida aggiornate e basate su dati scientifici per i consumatori e per l’industria. Con un mercato del caffè sempre più variegato e con un’attenzione crescente verso la salute e il benessere, la consapevolezza sull’effetto dei diversi metodi di preparazione diventa un elemento chiave per scegliere con cognizione di causa la propria bevanda preferita.
