Johnson Righeira: “I diritti di Vamos a la playa sono la mia pensione”
A distanza di oltre quarant’anni dal loro debutto, Johnson Righeira — al secolo Stefano Righi — si racconta con sincerità e ironia, tra successi, separazioni e nuovi progetti. La voce degli indimenticabili tormentoni estivi degli anni Ottanta, come Vamos a la playa e L’estate sta finendo, rivela oggi le sfumature di una carriera che ha segnato indelebilmente la musica italiana e internazionale.
La nascita e il successo dei Righeira: da “Vamos a la playa” a un’icona degli anni Ottanta
Stefano Righi e Stefano Rota — meglio noti come Johnson e Michael Righeira — si conobbero sui banchi del liceo scientifico Albert Einstein di Torino e già alla fine degli anni Settanta iniziarono a costruire il loro sodalizio artistico. Nel 1983, con la produzione dei fratelli La Bionda, pubblicarono il singolo Vamos a la playa, un brano dalle sonorità italo disco che, nonostante il testo inquietante che parla di bomba atomica e radiazioni, divenne il tormentone dell’estate conquistando le classifiche italiane ed europee, con oltre tre milioni di copie vendute.
Johnson Righeira ricorda che la prima versione della canzone, incisa nel 1981 nella sua cantina a Torino, aveva un tono molto più cupo e drammatico: «I La Bionda capirono il potenziale e decisero di alleggerirla, trasformandola in qualcosa di più allegro e ballabile. Senza il loro intervento probabilmente non ne parleremmo ancora oggi».
Seguì l’uscita di altri successi come No tengo dinero e, soprattutto, L’estate sta finendo (1985), che vinse il Festivalbar e divenne un altro simbolo delle estati italiane, con un testo che parla del tempo che passa e della paura di crescere, temi universali compresi appieno dal pubblico nonostante il titolo paradossale.
La separazione da Michael Righeira e la carriera solista di Johnson
Dopo anni di successi, la magia tra i due si spezzò alla fine degli anni Ottanta. Johnson Righeira racconta: «L’insuccesso di quel periodo generò reazioni diverse. Io fui più superficiale, Michael più profondo. Venne meno l’aspetto ludico che aveva creato la nostra sintonia e abbiamo preso strade diverse. Oggi ci sentiamo solo per questioni di cortesia o lavoro, ma non condividiamo più le nostre vite».
Il cantante ha continuato a portare avanti la memoria dei Righeira, esibendosi da solista in circa 40-50 serate all’anno. Nel 2016 ha annunciato ufficialmente la separazione artistica dal duo e da allora si è dedicato a collaborazioni con altri artisti, a eventi e a nuovi singoli. Tra questi, il più recente è Chi troppo lavora (non fa l’amore), pubblicato nel giugno 2025, un brano che è «un inno all’ozio ma anche a lavorare il giusto e ad essere pagati il giusto», spiega Johnson con la sua consueta dose di autoironia e una punta di “cialtronaggine”.
Tuttavia, il nuovo singolo non ha trovato spazio nelle radio: «Mi tengono fuori dai giochi, chissà perché», commenta amaramente, sottolineando un certo snobismo nei suoi confronti all’interno dell’industria musicale attuale.
I diritti d’autore di “Vamos a la playa” e la vita personale di Johnson Righeira
Un aspetto meno noto è che i diritti d’autore dei brani dei Righeira continuano a garantire a Johnson Righeira un introito consistente. «Vamos a la playa è il pezzo che rende di più, vale come una buona pensione», rivela. Al secondo posto per guadagni c’è proprio L’estate sta finendo.
Il racconto della sua vita privata si intreccia con episodi curiosi e momenti difficili. Durante il successo di “Vamos a la playa”, Stefano era impegnato nel servizio militare e viveva una quotidianità da archivista di ricambi militari, sentendosi quasi escluso dalla fama che lo circondava. Ammette di aver finto una crisi depressiva per ottenere dei permessi: «Non del tutto inventata, avevo crisi isteriche, mi sentivo in carcere. Alla fine, grazie a uno stratagemma, ottenni venti giorni di permesso, poi altri ancora, così sono uscito dalla caserma».
Sulla sua vita sentimentale confessa di essere sempre stato molto timido e non un donnaiolo: «Ho avuto meno donne di quante avrei potuto, ma sono un sentimentale. Anche le storie a una notte le ricordo con affetto: da un testo come L’estate sta finendo si capisce bene». Racconta un aneddoto legato al suo primo singolo, Bianca Surf, che narra una triste storia d’amore conclusasi con una scoperta dolorosa, ma raccontata con ironia.
Rivalità, amicizie e il rapporto con la critica
Durante gli anni Ottanta, i Righeira ebbero una certa rivalità con Gazebo, altro protagonista della scena italo disco: «Ci contendevamo i primati in classifica, lui spaccava in Germania, noi in Italia. Poi Paul Mazzolini, il vero nome di Gazebo, è diventato uno dei miei più cari amici nel mondo della musica».
Johnson ammette di aver sofferto molto per le critiche negative che spesso bollavano superficialmente le loro canzoni, senza cogliere i piani di lettura e le citazioni nascoste nei testi: «Quando leggevo recensioni negative, pur essendo primi in classifica, mi arrabbiavo tantissimo».
Un ricordo indelebile del successo è l’incontro con i Culture Club a Parigi, quando Boy George cominciò a canticchiare “Vamos a la playa”: «Fino a qualche mese prima compravo i suoi dischi, quindi è stato un flash incredibile».
Johnson Righeira oggi: musica, politica e nuovi progetti
Oggi Johnson Righeira continua a portare avanti la sua musica e ha partecipato a numerose collaborazioni, tra cui quelle con i La Bionda e Manfredi Simonetti. Nel 2024 ha scritto brani per lo Zecchino d’Oro e nel 2025 si è esibito al Festival di Sanremo con il duo Coma_Cose, interpretando in chiave cover “L’estate sta finendo” con grande successo.
Politicamente, Stefano Righi è noto per il suo impegno a sinistra, avendo sostenuto il Partito Comunista e candidandosi alle elezioni comunali di Torino nel 2021.
Nonostante tutte le sfide e i cambiamenti, Johnson Righeira rimane una figura iconica della musica italiana, capace di raccontare con sincerità e leggerezza quarant’anni di storia pop e personale, tra ritmi incalzanti e riflessioni sul tempo che passa.
