Jovanotti, al San Paolo il viaggio interstellare dei 40mila

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Lorenzo negli Stadi 2015, Stadio San Paolo di Napoli - Jovanotti, James Senese e Eros Ramazzotti - Ph. © Angelo Moraca

Il viaggio interstellare dei 40mila arriva al San Paolo di Napoli e Jovanotti li fa ballare tutti. Poi è musica. 29 i brani in scaletta, più di 30 considerando il tributo (pre)annunciato a Pino Daniele: il ricordo del bluesman napoletano è un’alchimia di suoni-emozioni-groove, tra i presenti increduli mentre la musica và. Eros Ramazzotti poi, James Senese prima, arrivano sul palco di Jovanotti, visibilmente incredulo della magia che il suo fulmine crea. Si destreggia Lorenzo, fanno eco la voce di Ramazzotti e caldo soffio del sax di James Senese mentre il flow arriva prepotente “Pino Daniele mi ha insegnato la libertà / questa musica non si perderà / Pino Daniele musicista e Masaniello / Nuje ‘a Napoli facimmo ‘o burdello / Alzate le mani come le vele / nel nome di Pino Daniele”. 

Lorenzo negli Stadi 2015, Stadio San Paolo di Napoli  - Jovanotti, James Senese e Eros Ramazzotti - Ph. © Angelo Moraca
Lorenzo negli Stadi 2015, Stadio San Paolo di Napoli – Jovanotti, James Senese e Eros Ramazzotti – Ph. © Angelo Moraca

“Sono stato nel futuro. Lo so che è difficile credermi, ma l’ho visto ed è più incasinato di oggi”. Ma l’invito di Lorenzo è di vivere il presente “int’e viche mmiezo all’ate”. Il capitano Cherubini indossa l’armatura, la voce fuori campo (un video di Ornella Muti nell’incipit dello show, ndr) lo convince a tornare nel presente, e la folla si scatena sul ritmo di “Penso Positivo”. E via così con “Tutto acceso”, “Attaccami la Spina”, “L’Alba”, “Una scintilla”, “Sabato”, il capitano è una vera forza della natura. Il tempo di guardarsi intorno, cercare di cogliere l’impatto dei presenti: niente, il viaggio è partito, nulla potrà fermare questa alchimia.

La prima parte dello show è potenza, i cuori romantici battono all’unisono su “Bella”, salvo piombare poi nella frenesia di “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” ma non mancano certo brani come “Ora”, “Il Mondo è Tuo”, “Fango” e “L’ombelico del mondo” dove la voce di Jovanotti viene quasi eclissata dal boato del San Paolo. “Questa è la mia terza volta al San Paolo. Che bella sei Napoli stasera, non ti avevo mai vista così” e sulle note di “Musica” arriva il sax di James Senese, questa è “Yes I Know My Way”.

Eros Ramazzotti perde, per un attimo, il tempo sulle note di “Napule è” ma l’emozione traspare dal maxi-schermo del palco, la voce rotta dall’emozione sulle note di “Quanno Chiove” e via con “A me me piace ‘o blues”, saluta tutti, mentre le magliette del tour del ’94 sventolano: “Napule è Pino Daniele, ti voglio bene Pinuccio”.  Ma lo show non è finito, arriva il momento romantico-melodico con “Estate”, “Le tasche piene di Sassi”, “L’Astronauta”, “Serenata Rap”, “Come musica” e via con “Tutto l’amore che ho” e “La notte dei desideri”. Stop.

“Napoli grazie per avermi fatto giocare al gioco del rock’n’roll e di farmi indossare il mantello da supereroe. Ma i veri supereroi siete voi, restate sempre così, anzi diventate sempre meglio” – ancora – “questa è la terza volta che entro al San Paolo, le prime due grazie e con Pino. Questa sera nel pubblico c’è suo figlio Alessandro: Alex, le canzoni di tuo padre sono immortali, resteranno qui (e nel mondo) per sempre”. “Tensione Evolutiva” fa da preludio a “Mezzogiorno”, “Ragazzo Fortunato” e “A Te”. Lorenzo saluta tutti sulle note di “Ti porto via con me” con la consapevolezza che per una sera, per questa sera, il San Paolo è l’ombelico del mondo.

 

 

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