La psicologia definisce così chi ama viaggiare: che tipo di persone sono -melodicamente.com
Viaggiare è un bisogno primario per molte persone, che cercano in questa esperienza un’occasione di relax, avventura e distacco dalla routine.
La psicologia ha indagato a lungo le motivazioni e i profili psicologici di chi ama spostarsi: da questa ricerca emergono interessanti classificazioni e riflessioni sul valore profondo del viaggio nella vita di ognuno
Il viaggio non è soltanto uno spostamento fisico, ma un’esperienza interiore che varia notevolmente da individuo a individuo. Già nel 1974, lo studioso Plog elaborò una teoria psicografica che distingue due categorie di viaggiatori: i psicocentrici, che preferiscono mete familiari e sicure, e gli allocentrici, attratti invece da destinazioni nuove e avventure fuori dagli schemi consueti.
Psicologia del viaggio: dalle tipologie di viaggiatori alla crescita personale
Molti di noi si riconosceranno in uno dei due poli: chi trascorre le vacanze sempre nello stesso luogo, magari in un villaggio tranquillo, e chi invece cambia meta ogni anno, spingendosi verso territori inesplorati. La scelta del tipo di viaggio è influenzata non solo da fattori pratici come disponibilità economica e ferie, ma anche da bisogni interiori e dalla definizione personale di svago.

Viaggiare offre inoltre un’opportunità unica di crescita personale e auto-esplorazione. Per chi decide di partire da solo, il viaggio diventa un momento per superare la paura della solitudine e imparare a godere del proprio tempo, sviluppando anche nuove abilità sociali e la capacità di instaurare legami con persone sconosciute.
Lasciare la propria zona di comfort e affrontare l’ignoto sono elementi chiave del viaggio. Come sottolinea Carbonetto (2007), partire significa “dividersi” dal quotidiano per riconquistare una libertà creativa spesso perduta nella routine. L’esperienza del viaggio sfida la persona a superare paure, ad adattarsi a nuove situazioni e a sviluppare capacità di problem-solving.
Anche piccoli imprevisti, come perdere un pullman per un errore nelle indicazioni, possono trasformarsi in momenti di crescita: chi sa affrontare questi episodi con ironia e flessibilità impara a gestire l’ansia e a trovare soluzioni alternative, arricchendo così la propria esperienza. Questa attitudine rende il viaggiatore più sicuro e resiliente, qualità utili anche nella vita di tutti i giorni.
Il legame tra viaggio e benessere è stato ampiamente studiato. Secondo Richards (1999), le vacanze non solo offrono relax fisico e mentale, ma creano anche opportunità per lo sviluppo personale e la ricerca di interessi sociali e culturali. Oppermann e Cooper (1999) hanno evidenziato come le esperienze vissute durante i viaggi, più che il possesso di beni materiali, contribuiscano in modo significativo al benessere della persona.
