L'errore comune che scatena i controlli del Fisco: i documenti che non devi mai gettare -melodicamente.com
Cresce l’attenzione sul corretto trattamento e conservazione dei documenti fiscali, infatti, un errore banale scatena i controlli del Fisco.
La normativa fiscale e civile italiana stabilisce tempi e modalità precisi, ma spesso i contribuenti commettono errori che possono innescare controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco cosa è fondamentale sapere per evitare problemi e conservare la documentazione nel modo corretto.
Quando si presenta il modello 730/2025, il contribuente deve fornire al Caf o al professionista incaricato una serie di documenti che attestano il reddito percepito e le spese detraibili o deducibili. La conservazione di questi documenti è obbligatoria per un periodo minimo di 5 anni, termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli o accertamenti. Tuttavia, la questione non si esaurisce qui.
L’errore comune che scatena i controlli del Fisco: i documenti che non devi mai gettare
Il DPR 633/1972 stabilisce infatti che l’amministrazione fiscale può procedere a un accertamento sostanziale entro 5 anni dal periodo d’imposta successivo alla presentazione della dichiarazione. Per esempio, per la dichiarazione presentata nel 2019, il termine decorre dal 2020 e scade il 31 dicembre 2025.

Nonostante questo, il Codice Civile, all’articolo 2220, impone la conservazione delle scritture contabili e dei documenti fiscali per un periodo di 10 anni dalla loro formazione. Questo obbligo civilistico riguarda in particolare imprese e professionisti, ma si consiglia di adottare un approccio prudenziale anche per i contribuenti privati, conservando la documentazione rilevante per almeno 10 anni.
Per tutelarsi in caso di controlli, è necessario mantenere in ordine tutta la documentazione legata al modello 730/2025 fino almeno al 31 dicembre 2030, e preferibilmente fino al 2035 per una maggiore sicurezza. Tra i principali documenti da conservare si annoverano:
- Certificazioni uniche 2024 e 2025, che attestano i redditi da lavoro dipendente, autonomo e altre tipologie di reddito;
- Scontrini parlanti per l’acquisto di farmaci, con codice fiscale del contribuente;
- Fatture e ricevute per spese mediche e sanitarie, oltre a prescrizioni mediche quando richieste;
- Attestati di versamento delle imposte tramite modelli F24;
- Contratti di affitto registrati in caso di locazione;
- Contratti di mutuo e documentazione di compravendita per immobili adibiti ad abitazione principale, indispensabili per le detrazioni sugli interessi passivi;
- Fatture e ricevute relative a spese di istruzione, universitarie e di formazione;
- Documentazione inerente spese per ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico.
È importante ricordare che tutti i documenti che comprovano deduzioni o detrazioni riportate nel modello 730 devono essere conservati in modo ordinato e facilmente accessibile.
Per le spese sanitarie detraibili nel 730/2025, vanno conservati i documenti che riportano dettagli specifici come la tipologia di farmaco, quantità, codice alfanumerico e codice fiscale del contribuente. Per le prestazioni sanitarie private, è imprescindibile la prova del pagamento con mezzi tracciabili, ad esempio bonifici bancari, pena la perdita della possibilità di detrazione. La detrazione è invece ammessa anche per pagamenti in contanti se effettuati presso strutture pubbliche o private accreditate. Per quanto riguarda le spese universitarie e di istruzione, occorre conservare ricevute e fatture relative a:
- Tasse di iscrizione e immatricolazione, comprese quelle per studenti fuori corso;
- Soprattasse per esami e laurea;
- Partecipazione a test di accesso e frequenza a Tirocini Formativi Attivi (TFA) per docenti.
Anche in questo caso, la tracciabilità del pagamento è un requisito fondamentale per poter accedere alle detrazioni.
Per le detrazioni sugli interessi passivi del mutuo e sulle spese di ristrutturazione edilizia, la documentazione è più articolata. È necessario conservare contratti, fatture, ricevute di pagamento tramite bonifico e dichiarazioni dell’amministratore di condominio, quando applicabili. Per le ristrutturazioni, l’agevolazione fiscale può essere distribuita su un arco temporale fino a 10 anni, motivo per cui la conservazione dei documenti deve protrarsi per almeno 15 anni, considerando anche il periodo di fruizione del beneficio.
Nel caso in cui il contribuente accetti il modello precompilato senza apportare modifiche o integrazioni, la documentazione di supporto non deve essere conservata, poiché l’Agenzia delle Entrate possiede già i dati necessari e non effettua controlli preventivi su tali informazioni. Se invece si modificano o integrano i dati precompilati, è indispensabile mantenere solo i documenti relativi alle spese modificate o aggiunte.
