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Così Michael Jackson comprò il silenzio dei ragazzini molestati

A quattro anni dalla sua morte, non si fermano le voci sui presunti reati di pedofilia compiuti da Michael Jackson: secondo il tabloid britannico “Sunday People“, Jackson pagò quasi 27 milioni di euro per comprare il silenzio dei ragazzini molestati e delle loro famiglie. Dall’Inghilterra, infatti,  si viene a sapere che il giornalista James Desborough avrebbe avuto accesso in maniera esclusiva a due file su Jackson presenti dal 2002 nell’archivio dell’FBI,  che comprenderebbero il dettaglio dei pagamenti alle vittime e ai loro genitori, e ne indica addirittura i numeri usati per catalogarli: CADCE MJ-02463 e CR 01046.

Questi documenti però non entrarono a far parte delle prove nel processo per abusi sessuali che Michael subì nel 2005,  dal quale uscì assolto. Le violenze sarebbero avvenute nella tenuta di Neverland, nel periodo compreso tra il 1989 e la fine degli anni Novanta.  I documenti sarebbero finiti nelle mani dell’FBI in seguito ad una perquisizione a danno di Anthony Pellicano, detective privato assunto da Jackson per far cadere le accuse di pedofilia contro di lui, attualmente in carcere per aver intercettato le telefonate di altre star.

 Michael Jackson | © Connie Aramaki/Getty Images
Michael Jackson | © Connie Aramaki/Getty Images

Tra i documenti sequestrati a Pellicano, numerosi fascicoli sullo stesso Jackson, che provano chiaramente le accuse  e  riportano i nomi di diciassette persone, all’epoca delle registrazioni minori, che sarebbero state molestate dal cantante: tra questi, cinque attori-bambini e due ballerini. Tra le accuse compaiono proiezioni di film porno e molestie sessuali.

Ad aggravare la situazione ci sarebbe, spiega il “Sunday People”, anche la testimonianza di un collaboratore dell’investigatore: l’uomo avrebbe ammesso di voler raccontare tutto dopo che il coreografo Wade Robson, una delle presunte vittime di Jacko, di recente la accusato Michael Jackson di abusi sessuali con una causa milionaria contro il patrimonio della star. “La sua amica attrice Elizabeth Taylor –  dichiara l’anonimo investigatore – lo ha incoraggiato ad assumere Pellicano perché lei lo aveva usato per fermare le voci sui suoi problemi di droga. Pellicano era un maestro nel mantenere pulita la reputazione delle star”.

Immediata la smentita dei legali della famiglia del Re del Pop, che marchiano come “fandonie” le rivelazioni della rivista, ammettendo un solo caso di risarcimento, nel 1993, per evitare una possibile accusa di abusi sessuali da parte di un tredicenne. Non facile il momento che sta affrontando la famiglia del cantante: la madre Katherine è impegnata in una causa di risarcimento da 40 milioni di dollari contro l’AEG, mentre la figlia Paris proprio recentemente e’ stata ricoverata in ospedale per tentato suicidio.

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