Monday: “Smooth Phase EP”. La recensione

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Monday - Smooth Phase EP - Artwork
Monday - Smooth Phase EP - Artwork

La fine degli anni 70 ha segnato la nascita di un nuovo genere musicale chiamato new wave, dal quale nel tempo si sono sviluppati, o per meglio dire evoluti, numerosissimi generi minori, ritenuti minori non per importanza ma per ordine temporale. Uno di questi generi è la dark wave, che a giudicare dal nome, non dovrebbe essere difficile collocarla o quantomeno abbinarla alle caratteristiche emotive e sensoriali. Dark in linea di massima si riferisce a qualcosa di buio e oscuro, e nel caso del genere musicale la maggior parte delle volte si riferisce alla derivazione gotica che lo stesso genere ha avuto, non di meno dall’impronta punk che nella maggior parte dei casi porta ancora viva nelle sue melodie. Il termine gotico non assume assolutamente una connotazione negativa in questo caso, ma anzi ci apre una finestra enorme su quello che probabilmente è il genere musicale più underground e di nicchia che sia mai esistito. I Monday sono italiani, e in quanto tali rischiano a buttarsi in un genere che, nonostante più di 30 anni passati dalla sua affermazione, attualmente viene trattato da band di grande successo come i Depeche Mode. Proprio a loro dobbiamo il merito di tale radiazione musicale e di tutto questo panorama costituito di synth e drum machine, e a loro, Depeche Mode, probabilmente dobbiamo la colpa di aver influenzato così tanti artisti del panorama musicale internazionale.

Monday - Smooth Phase EP - Artwork
Monday – Smooth Phase EP – Artwork

I voli pindarici di cui sopra servono a proiettarci in “Smooth Phase“, che in sostanza rappresenta proprio l’insieme delle idee dei Monday racchiusi in un paio di generi chiamati darkelectro e synthgoth. Per i più paurosi la band preferisce definirsi synthrock, ma in realtà la voce baritonale e le session strumentali dalle variazioni scure e malinconiche lo fanno passare a pieni voti in quella corrente dark che poi avrà influenzato tante altre realtà musicali. “Fake Words” e “Brother” ci riportano ai colleghi americani She Wants Revenge, che hanno fatto della loro darkwave un marchio discografico, quasi brevettato a tutti gli effetti; seppur chiaramente ispirati però i Monday preferiscono non sfumare nel dance, come la formazione americana invece più volte fa. Le evoluzioni musicali del quartetto italiano emergono in “Look Around” ed “Heaven’s Gate“, brani che ci confermano quanto abbiano faticato per poter esprimere i propri gusti musicali, seppur simili ad altri gruppi esponenti del genere, con un carattere ben definito e che potrebbe portare i Monday davvero molto lontano. Su “Swan” il disco si chiude e si distende in un atmosfera più sfumata e poco illuminata, meno armonica rispetto ai brani precedenti, ma sicuramente più accattivante e interessante. Le realtà come quella dei Monday sono davvero rare nel nostro territorio, ma ciò che ci lascia felici di scoperte del genere sono la passione e la caparbietà a lanciarsi in un genere così ricercato facendolo in maniera quasi eccellente. “Smooth Phase” è un bel momento musicale di synthrock, darkwave e goth messi insieme.

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