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Negrita – “Dannato Vivere”. La recensione

I Negrita, il 25 ottobre hanno rilasciato il nuovo disco “Dannato Vivere” di cui vi abbiamo immediatamente proposto, in anteprima, il singolo estratto “Brucerò per te“; recentemente è uscito anche il nuovo videoclip del singolo “Fuori controllo” che vede la regia di Paolo Soravia e Gianmarco Tognazzi. Effettivamente, dalla pubblicazione di “HELLdorado”, targato  2009, il sound della band italiana mancava nel nostro territorio musicale.  “Dannato Vivere” prometteva davvero bene: un titolo accattivante, una copertina che quantomeno incuriosiva fin dal primo sguardo ma soprattutto una aspettativa creata dal fatto che una delle band più interessanti, almeno per quanto riguarda le sonorità rock, fosse finalmente tornata. Il disco sembra a tratti una copia di “HELLdorado”, a tratti, viene la voglia di chiedersi dove siano finiti i Negrita di “Radio Zombie” o di “Reset”. “Dannato Vivere” non è comunque un album da cestinare immediatamente. Vi sono alcuni brani, per fortuna, che divertono, fanno pensare, sorprendono e, la voce di Pau rimane sempre ottima. Seppur in questa recensione le critiche ci saranno, perché secondo me i Negrita avevano l’obbligo di fare qualcosa di meglio, rimangono una delle band più attuali e soprattutto energiche dell’interno panorama musicale italiano. Con il tour già fissato all’inizio del prossimo anno, i Negrita sono uno di quei gruppi per cui vedere almeno un live è d’obbligo; dal vivo, la band toscana riesce sempre a confezionare momenti musicali energici, frizzanti e pieni di empatia. I brani risultano complessivamente molto liberi, senza essere concettualmente o testualmente profondi; purtroppo, brani come “In ogni atomo”, “Bambole”, “Non ci guarderemo indietro mai”, sembrano essere un pianeta dimenticato.

Dannato Vivere Negrita Cover Album
Negrita - Dannato Vivere - Artwork
Il disco si apre con “Junkie Beat” che dimostra avere un testo attraente e con un ritmo che, sicuramente, fa da subito ballare l’ascoltatore. Tutto sommato dimostra di essere una delle canzoni più riuscite del disco. Si prosegue con “Fuori controllo” che, è uno di quei classici brani che ci si ritrova a canticchiare fin dai primi ascolti ma, a mio parere manca qualcosa: è una canzone fatta per far agitare, ballare e divertire il pubblico dal vivo ma, ci si domanda da subito dove sono le canzoni-ballate dei Negrita. Il terzo brano “Brucerò per te” credo che non vada commentato criticamente, in quanto Pau mette “semplicemente” in vista tutti i suoi sentimenti per la moglie gravemente malata. Se c’è una cosa che il cantante toscano sa fare è proprio quello di utilizzare le emozioni per creare brani che rimangono nella mente dell’ascoltatore e, “Brucerò per te” risiede proprio in questa categoria. Seguono “Immobili” e “Per le vie del borgo”, due brani che hanno un vago ricordo del sound dei primi Negrita e, in particolar modo quest’ultimo brano si classifica come uno dei migliori del disco. La band nuota perfettamente in questo territorio a metà fra rock e contestazione. “Il giorno delle verità” è il brano di “Dannato Vivere” che mi ha fatto innalzare il voto finale complessivo. Risulta essere una canzone vera, con un testo di livello superiore rispetto alle precedenti e successive. Ha uno dei ritornelli che viene voglia di urlare “ecco, questi sono i Negrita” che non meritano la sufficienza ma molto di più. Consiglio davvero di dare una lettura, separata anche dalla musica stessa, del testo de “Il giorno delle verità”, sono sicura che vi rimarrà fin da subito nella memoria e una riflessione sarà inevitabile. Ecco alla settima posizione della tracklist “Dannato Vivere” che, seppur non trovo sia un brano completo, ha il pregio di essere piuttosto sperimentale. Si nota che i Negrita vogliono cercare di trasmettere qualcosa di diverso rispetto alle altre tracce ma, purtroppo, questa è la classica canzone che va ascoltata ancora una volta dal vivo; in asettiche cuffie, almeno il tre quarti del potenziale si perde. Si prosegue con “La vita è incandescente” che conquista per uno dei ritornelli più azzeccati dell’intero “Dannato Vivere” e con “Un giorno di ordinaria magia” e “Bonjour” che purtroppo non mi hanno convinto neanche per un centimetro di pelle. “La musica leggera è potentissima” incuriosisce già dal titolo. I Negrita, considerati all’unanimità come una delle poche rock band italiane, parlano di generi musicali in una canzone che non si sa bene dove va a parare. Anche in questo caso, alcune frasi convincono, tutto il resto no. “Dannato Vivere” si può considerare come l’album delle occasioni sprecate, purtroppo. “Panico” è un altro brano creato per fare ballare che richiama largamente a “HELLdorado”. Siamo all’ultimo brano “Splendido” dove a cantare non è Pau ma il chitarrista Drigo. “Splendido” è una ballata sulla vita che, conquista soprattutto per la scelta musicale sottostante; un’ottima batteria s’inserisce in un brano iniziato quasi in sordina ma che esplode, circa a metà, per portare l’ascoltatore, anche in questo caso, verso una riflessione finale. I Negrita nel corso della loro carriera, iniziata a metà anni ottanta ma concretizzatasi con il primo, omonimo disco, nel 1994,  hanno continuamente cambiato pelle. Quasi ad ogni disco hanno proposto un diverso approccio musicale che ha permesso a diverse tipologie di ascoltatori di trovare in loro un senso musicale affine alla propria personalità. “Dannato vivere” aveva tutte le carte in tavola per essere un disco completo, pieno e “forte”; purtroppo, delude alquanto sia dal punto di vista dei testi, sia per una ripresa troppo sfacciata al sound di “HELLdorado”. Continuano ad essere uno dei migliori gruppi rock italiani, una band nel vero senso del termine che, nel nostro panorama è così difficile trovare. Confermano di essere uno di quei gruppi che va assolutamente visto live, dove il feedback di “Dannato Vivere”, migliorerà inevitabilmente.

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