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No line on the horizon: la recensione

u2 no line on the horizon
No Line On The Horizon
No Line On The Horizon

27 Febbraio 2009, con 3 giorni di anticipo rispetto a quanto dichiarato, in tutti i negozi di musica  è finalmente disponibile il nuovo album degli U2, l’attesissimo “No Line On The Horizon”. Sono passati 4 lunghissimi anni dall’ultimo album e milioni di fan erano ormai in crisi di astinenza. La loro attesa sarà stata premiata? Questo nuovo lavoro, di cui tanto si è discusso, veniva dipinto come un nuovo sound introdotto nel mondo del rock da parte della band dublinese. Ed effettivamente non si può assolutamente dare torto a coloro che avevano fatto circolare queste voci (Bono in primis) perché l’album contiene tanti nuovi spunti musicali veramente molto apprezzabili (diversamente da quanto forse avevamo provato anni addietro con Pop). Ascoltando il cd si potrebbe dire che è un assemblaggio di 3 grandi lavori come “War”,”The joshua Tree” e “Achtung baby“.

Il pezzo di apertura “No line on the Horizon”, che da il titolo all’album stesso, arricchisce il nuovo sound degli U2 influenzato da ritmi mediterranei. “Magnificent”che più di ogni altri ricalca il vecchio stile di “War” (tanto per intenderci), presenta un intro davvero supremo aprendola scena  alla chitarra di the Edge che la fa da protagonista. Non mancano elementi di elettronica in questo brano scelto come secondo singolo da lanciare in radio a partire dal 9 Marzo. “Moment of Surrender” invece è una classica ballata U2, sembra quasi una poesia che solo l’interpretazione di Bono e la presenza di elementi gospel  potevano rendere così magica. Anche in “Unknown Caller” fa da trasporto  la chitarra di the Edge, autore di un ottimo assolo sul finale. “I’ll go crazy if I don’t go crazy tonight” molto uduesca, ballata che presenta una bellissima sezione pre-chorus e che rimanda molto a Ultraviolet (light my way). A sentire l’intero album “Get on your Boots” è forse l’unico singolo che lascia un po perplessi i fan, ma i riff bassistici di Adam Clayton meritano un elogio che da soli valgono l’intero brano. “Stand up comedy” è un brano il cui riff iniziale rimanda direttamente ad Achtung Baby, un vero tributo al rock and roll dei Led zeppelin. “FEZ-Being born” è il pezzo più sconvolgente del disco, un pezzo sperimentale che si rifà molto a “ The Unforgetteble fire”. “White as snow” è un’altra poesia che infonde mille emozioni. Una ballata acustica che è fra i pezzi migliori dell’album in cui l’interpretazione riesce a donarle un pizzico di spiritualità. Il pezzo più rock sembra essere invece “Breathe” che Brain Eno aveva tanto esaltato in questi mesi di attesa. L’album si chiude poi con “Cedars of Lebanon” in cui, risaltano sound tipici mediorentali. Il brano è quasi parlato da Bono. Insomma la band irlandese è riuscita a rimettersi in gioco dopo i vari esperimenti fatti in questi anni; è un album vario di generi e stili, sicuramente il migliore, dai tempi di “Achtung baby”.

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