Nuove regole per il bollo auto 2026-melodicamente.com
A partire dal 2026, ci saranno dei cambiamenti da non sottovalutare in merito al bollo auto. Ecco quali sono, in dettaglio.
Ogni anno giunge puntuale un pagamento inerente alla nostra auto: il bollo. Si tratta, in verità, di una tassa che milioni di italiani pagano senza troppo entusiasmo, spesso chiedendosi a cosa serva davvero. E perché, poi, in tanti altri Paesi europei questa imposta non esista affatto.
Tecnicamente, il bollo è una tassa di possesso: si paga semplicemente per il fatto di avere un’auto, indipendentemente da quanto la si usi. Non è legata al chilometraggio percorso, né alla presenza su strada. La sua funzione è quella di contribuire alla manutenzione delle infrastrutture e al finanziamento delle Regioni, cui spetta la gestione della tassa.
Quello che pochi sanno è che ogni Regione può applicare sconti o esenzioni in base a criteri diversi. Ad esempio, per le auto storiche, quelle elettriche, o per i veicoli con particolari destinazioni d’uso. Ci sono anche casi di auto intestate a disabili o a persone con reddito molto basso che possono essere esentate.
Dal 2026, però, qualcosa cambierà. Non sarà più possibile rateizzare il pagamento del bollo auto: la tassa dovrà essere saldata in un’unica soluzione. E non è finita qui: sono previste una serie di novità che è bene monitorare.
Bollo 2026: non ci sarà più la possibilità di rateizzarlo e sono in arrivo tantissime novità
Dal 1° gennaio 2026, il bollo auto cambierà pelle. Chiunque acquisterà un veicolo immatricolato a partire da quella data dovrà fare i conti con nuove regole più stringenti. Il primo scossone riguarda proprio la scadenza del pagamento: non ci sarà più una finestra standard, ma una scadenza costruita su misura.

La tassa andrà versata entro la fine del mese successivo all’immatricolazione del veicolo. Ad esempio, se si immatricola l’auto a luglio, il pagamento dovrà avvenire entro il 31 agosto. Questo comporterà una maggiore attenzione da parte del proprietario, che non potrà più fare affidamento su date universali.
E non è finita. Sparisce anche la possibilità di rateizzare: niente più comode dilazioni trimestrali o semestrali. Il pagamento sarà unico, annuale e immediato. Ulteriore stretta anche per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario: dal 2026, anche se l’auto è ferma e non circola, il bollo va comunque pagato. La logica è chiara: si tratta di una tassa sul possesso, non sull’utilizzo. Le uniche eccezioni riguardano la perdita di possesso, come nei casi di furto, demolizione o esportazione.
Infine, cambiano le regole nei passaggi di proprietà. Chi possiede l’auto all’inizio del periodo tributario sarà l’unico responsabile del pagamento, a prescindere dalla vendita successiva. Sul fronte degli importi, nessuna novità: il calcolo si basa su potenza e classe ambientale. Anche il famigerato Superbollo resta al suo posto, pronto a colpire le vetture più performanti. In compenso, nascerà l’ANTA, ossia l’Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche. Si tratta di una banca dati centralizzata che dovrebbe, almeno sulla carta, semplificare la vita ai contribuenti e rafforzare i controlli.
