Panorami da fiaba e acque cristalline: il “piccolo fiordo” nascosto tra i monti laziali - melodicamente.com
Nel cuore della provincia di Rieti, il percorso tra Ascrea e il Monte Navegna rivela un paesaggio che ricorda i fiordi norvegesi.
Nel cuore dell’Italia centrale, tra i monti della provincia di Rieti, si cela uno dei paesaggi più sorprendenti del Lazio: un piccolo “fiordo” dalle acque cristalline che ricorda i panorami scandinavi. Siamo nell’area del Lago del Turano, tra i comuni di Ascrea e Castel di Tora, un territorio che unisce la quiete dei borghi storici alla maestosità del massiccio del Monte Navegna. Il percorso, recentemente rilanciato dal travel creator Lorenzo Maddalena, è divenuto oggetto di crescente interesse turistico e ambientale.
L’escursione parte dal borgo di Ascrea e si sviluppa lungo il sentiero CAI 334 fino alla vetta del Monte Navegna, punto panoramico che domina l’intero bacino del Turano. L’itinerario, percorribile in circa sei ore, offre una delle vedute più spettacolari della regione, con tratti di terra e acqua che evocano i fiordi norvegesi. L’interesse crescente verso questa area non è soltanto di natura paesaggistica: il percorso rappresenta un modello di turismo sostenibile e di valorizzazione dei piccoli centri montani del Lazio, spesso esclusi dai principali circuiti turistici.
Il momento migliore per visitare il “fiordo del Lazio” è tra ottobre e novembre. Quando i colori autunnali trasformano i versanti boscosi e i riflessi del lago assumono tonalità dorate. L’itinerario si inserisce in un contesto di rilancio del turismo naturalistico reatino, promosso da enti locali e associazioni escursionistiche con l’obiettivo di valorizzare un patrimonio ambientale ancora in gran parte incontaminato.
Un itinerario tra natura e architettura rurale. Dal borgo di Ascrea alla vetta del Monte Navegna
Il percorso escursionistico inizia ad Ascrea, piccolo borgo di poco più di duecento abitanti. Da qui, il sentiero conduce inizialmente lungo un tratto ripido e impegnativo, che attraversa boschi di querce e castagni. Dopo una prima sosta alle Forche, si prosegue lungo il sentiero, raggiungendo Colle Mogaro, da cui si apre una delle viste più ampie sul Lago del Turano.
Il tratto finale, esposto e panoramico, conduce alla vetta del Monte Navegna. Da questo punto si domina l’intero sistema lacustre Turano-Salto, considerato un corridoio ecologico di rilevanza regionale. La presenza di specie faunistiche autoctone e la qualità delle acque conferiscono all’area un elevato valore ecologico, riconosciuto dal Parco Naturale dei Monti Navegna e Cervia.

L’itinerario prosegue idealmente lungo i borghi che costeggiano il lago. Castel di Tora, affacciato sullo specchio d’acqua, conserva un impianto medievale intatto e una tradizione gastronomica legata ai prodotti della Sabina. Polenta con salsiccia e funghi, pasta con le noci e olio extravergine locale. A Rocca Sinibalda, il Castello delle Metamorfosi — edificato nel XV secolo — unisce arte rinascimentale e installazioni contemporanee, configurandosi come centro culturale di rilievo.
La seconda giornata del percorso suggerito dagli operatori turistici locali include Collalto Sabino e il Lago del Salto, luoghi di particolare interesse paesaggistico. La conclusione al Santuario di Greccio, sito francescano di importanza storica, restituisce un equilibrio tra natura e spiritualità, elemento distintivo dell’area reatina.
La crescente notorietà del percorso Ascrea–Navegna pone tuttavia questioni di sostenibilità. L’aumento dei flussi escursionistici può incidere sulla fragilità dei sentieri e sulla fauna locale. Le amministrazioni e il Parco dei Monti Navegna e Cervia hanno avviato campagne di monitoraggio e manutenzione dei percorsi. Promuovendo la regola del “turismo lento” e limitando l’accesso motorizzato. L’obiettivo è preservare l’integrità del paesaggio, bilanciando valorizzazione e tutela ambientale.
