Il vicolo più stretto d’Italia: caratteristiche e storia(www.melodicamente.com)
Nel cuore delle Marche sorge un piccolo tesoro storico che da anni attira curiosi e turisti, un borgo che vanta orgogliosamente un primato.
Incastonato su un colle a 494 metri di altitudine, con poco più di 4mila abitanti, questo paese custodisce un angolo unico, una stradina che racchiude in sé storia, tradizione e l’ingegnosità tipica dei borghi antichi.
Il titolo di vicolo più stretto d’Italia è stato a lungo oggetto di disputa tra diversi paesini, ma gli esperti hanno definito con precisione i requisiti per assegnare questo primato: si tratta di una stradina pavimentata, percorribile e con almeno una porta o finestra affacciata sul percorso. In base a questi criteri il riconoscimento è andato al vicolo situato nel quartiere di Roflano, a Ripatransone, nel cuore del centro storico.
Il vicolo misura circa 20 metri in lunghezza, con una larghezza massima di 43 centimetri e una minima di appena 38 centimetri, dimensioni che ne fanno un vero e proprio budello urbano. La scoperta ufficiale risale al 1968, quando il professor Antonio Giannetti condusse un’attenta misurazione di tutti i vicoli del borgo. Questo tipo di passaggi angusti non erano solo una peculiarità architettonica, ma un accorgimento difensivo utilizzato nei centri fortificati per ostacolare l’avanzata degli invasori.
Il vicolo oggi rappresenta una vera attrazione turistica: chi decide di attraversarlo può richiedere all’Ufficio del Turismo di Ripatransone un attestato ufficiale che certifica il passaggio in questo angusto passaggio, un ricordo unico da portare con sé.
Ripatransone: molto più del vicolo più stretto
Oltre a questa curiosità da Guinness, Ripatransone merita una visita approfondita per il suo ricco patrimonio storico, culturale e paesaggistico. Il borgo, chiamato anche la città del sollievo per il suo storico impegno nel promuovere il benessere e il sollievo dalla sofferenza, in particolare attraverso le cure palliative, è noto anche come il Belvedere del Piceno per la spettacolare vista panoramica che offre sui monti Sibillini, il Gran Sasso e il Monte Conero.
Il centro storico, di origine medievale, è piacevole da esplorare grazie alle sue dimensioni contenute. In piazza XX Settembre si trovano alcuni tra i principali punti di interesse, come il Municipio, il teatro Luigi Mercantini e il Museo Civico Archeologico Cesare Cellini. Per gli amanti della cultura, Ripatransone offre anche il Museo della Civiltà Contadina e Artigiana, il Museo Vescovile di Arte Sacra e il Museo e Bottega delle Sculture in legno, che raccontano la storia e le tradizioni locali.
Da non perdere è la visita al Duomo di San Gregorio Magno e Santa Margherita, con la sua facciata tripartita, e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, nota anche come chiesa di Sant’Agostino. Inoltre, il borgo conserva palazzi storici come il Massi-Mauri e Casa Teodori, testimonianze della ricca nobiltà locale.

Il soprannome di Belvedere del Piceno è ben meritato: dal borgo si possono ammirare scorci mozzafiato. La scalinata di via Margherita conduce a punti panoramici suggestivi, come il colle Nicolò, il giardino del Balcone del Piceno e la Circonvallazione, da cui si aprono viste spettacolari verso la natura circostante.
Geograficamente, Ripatransone è collocato su un crinale collinare che separa le valli del fiume Tesino e del torrente Menocchia, a breve distanza dal mare Adriatico. Il territorio circostante è ricco di colline calcaree, sabbiose e argillose, con tipici calanchi che conferiscono un aspetto quasi lunare al paesaggio. Il clima è mediterraneo, mitigato dall’altitudine, con inverni più freschi e occasionali nevicate e estati calde ma ventilate.
Il borgo, fondato in epoca medievale e unificato nel 1096, ha svolto un ruolo importante nella storia regionale. Fu città libera dal 1212 e ottenne lo status di diocesi nel 1571 per volontà di Papa Pio V. Ripatransone è stata per secoli una roccaforte quasi inespugnabile, guadagnandosi il soprannome di Propugnaculum Piceni.
