dav
Prosegue il tour nei teatri di Lorenzo Baglioni, cantautore fiorentino e star del web che, dopo l’apparizione a Sanremo con il brano “Il congiuntivo“, ha intrapreso un tour per presentare dal vivo il suo primo disco “Bella, Prof!” e che ieri sera ha fatto tappa a Bologna al Teatro Dehon.
La sala contiene circa un migliaio di persone (moltissimi bambini, questo anche a testimoniare il valore didattico della proposta musicale di Baglioni) e accoglie calorosamente Baglioni (o “Baglio“, come viene chiamato dalla band) insieme al suo gruppo composto da alcune persone già presenti nei suoi video su Youtube, ovvero Emanuele Bonechi alla batteria, Marco Caponi al sax, Alessandro Cianferoni al basso, Lorenzo Furferi alle tastiere, Damiano Sardi al pianoforte e alla voce e Daniele Vettori alla chitarra.
Baglioni è un vero fiume in piena, non riesce a stare fermo un secondo e la band gli fa da contraltare, seguendolo nella sua euforia e mostrando come anche loro si divertano un mondo a suonare e portare sul palco argomenti che a prima vista sembrerebbero difficili e che invece diventano comprensibili e di facile lettura: non mancano i momenti intimisti come la serenata “Sara” o le canzoni già pubblicate su Youtube come il “Facebook bar“.
Tra le varie canzoni del nuovo disco c’è anche il tempo di coinvolgere il pubblico su un tema serio come quello delle barriere architettoniche con una versione riveduta e corretta di “Vengo anch’io” di Enzo Jannacci portata al successo sul web insieme a Jacopo Melio, giornalista e scrittore disabile toscano noto per le sue battaglie proprio per l’abbattimento delle barriere architettoniche (e che viene anche citato nel disco come il DJ Jacopino del pezzo “Il piano inclinato“).
Non poteva mancare in tutta la serata anche il brano d’amore verso la sua città, Firenze, ovvero “Firenze da quassù“, pezzo scritto in collaborazione con Beppe Dati, musicista e paroliere italiano che ha lavorato con Raf, Marco Masini, Paolo Vallesi, Francesco Guccini e Laura Pausini. Dopo l’attesissima “Il congiuntivo” cantata a squarciagola dal pubblico la band si prende una pausa ma è subito richiamata a gran voce sul palco e dopo pochissimo si ripresenta per eseguire tutti i brani del disco e anche altri due pezzi, “11 cose senza senso che facciamo tutti” e la canzone che si suona con una mano sola, un atto di ribellione dei musicisti contro la maleducazione della platea che sta sempre al cellulare.