Le lezioni in musica di Lorenzo Baglioni arrivano a Bologna

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Prosegue il tour nei teatri di Lorenzo Baglioni, cantautore fiorentino e star del web che, dopo l’apparizione a Sanremo con il brano “Il congiuntivo“, ha intrapreso un tour per presentare dal vivo il suo primo disco “Bella, Prof!” e che ieri sera ha fatto tappa a Bologna al Teatro Dehon.

La sala contiene circa un migliaio di persone (moltissimi bambini, questo anche a testimoniare il valore didattico della proposta musicale di Baglioni) e accoglie calorosamente Baglioni (o “Baglio“, come viene chiamato dalla band) insieme al suo gruppo composto da alcune persone già presenti nei suoi video su Youtube, ovvero Emanuele Bonechi alla batteria, Marco Caponi al sax, Alessandro Cianferoni al basso, Lorenzo Furferi alle tastiere, Damiano Sardi al pianoforte e alla voce e Daniele Vettori alla chitarra.IMG 20180314 223505La band entra alla spicciolata sul palco al suono di una campanella e parte un finto appello per un compito in classe che introduce “Le Leggi di Keplero“, prima canzone del disco e pezzo pop cantato insieme alla boy-band I Supplenti Italiani per parlare di astronomia. Poco alla volta vengono cantate tutte le canzoni del disco e ognuna di esse tratta un argomento scientifico diverso, come il punk de “La classificazione dei silicati” per illustrare la geologia o i ritmi latini di “El Corazon” che tratta l’anatomia.

Baglioni è un vero fiume in piena, non riesce a stare fermo un secondo e la band gli fa da contraltare, seguendolo nella sua euforia e mostrando come anche loro si divertano un mondo a suonare e portare sul palco argomenti che a prima vista sembrerebbero difficili e che invece diventano comprensibili e di facile lettura: non mancano i momenti intimisti come la serenata “Sara” o le canzoni già pubblicate su Youtube come il “Facebook bar“.

IMG 20180314 223247Dopo che il palco viene preso dal tastierista e cantante Damiano Sardi per presentare la canzone sul latino “La perifrastica passiva” c’è anche un momento più intimista in cui Baglioni, solo con la sua chitarra, presenta un distico di pezzi che mette a nudo il suo essere toscano e il suo essere menestrello mettendo in rima prima una sequela delle offese da bar più fantasiose e poi spiegando i motivi per i quali al mare ci lamentiamo di tutto.

Tra le varie canzoni del nuovo disco c’è anche il tempo di coinvolgere il pubblico su un tema serio come quello delle barriere architettoniche con una versione riveduta e corretta di “Vengo anch’io” di Enzo Jannacci portata al successo sul web insieme a Jacopo Melio, giornalista e scrittore disabile toscano noto per le sue battaglie proprio per l’abbattimento delle barriere architettoniche (e che viene anche citato nel disco come il DJ Jacopino del pezzo “Il piano inclinato“).

Non poteva mancare in tutta la serata anche il brano d’amore verso la sua città, Firenze, ovvero “Firenze da quassù“, pezzo scritto in collaborazione con Beppe Dati, musicista e paroliere italiano che ha lavorato con Raf, Marco Masini, Paolo Vallesi, Francesco Guccini e Laura Pausini. Dopo l’attesissima “Il congiuntivo” cantata a squarciagola dal pubblico la band si prende una pausa ma è subito richiamata a gran voce sul palco e dopo pochissimo si ripresenta per eseguire tutti i brani del disco e anche altri due pezzi, “11 cose senza senso che facciamo tutti” e la canzone che si suona con una mano sola, un atto di ribellione dei musicisti contro la maleducazione della platea che sta sempre al cellulare.

IMG 20180314 224033Ormai il concerto è finito ma il pubblico reclama a gran voce un’altra canzone: Baglioni coglie la palla al balzo e decide, insieme alla band, di fare una versione molto personale di “Alfieri“, brano storico di Elio e le Storie Tese, in onore dell’addio alle scene musicali della grandissima band italiana. A fine concerto tutta la band scende dal palco e si mostra disponibilissima con il pubblico entusiasta per firmare autografi, scattare qualche foto e fare quattro chiacchiere. Una bellissima serata e un bellissimo modo per insegnare ai ragazzi la didattica divertendosi, perchè, come direbbe Rodari, Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?“.

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