Se fai queste cose vuol dire che sei traumatizzato: lo dice la scienza -melodicamente.com
Questi segnali, spesso sottovalutati, sono riconosciuti dalla scienza come vere e proprie manifestazioni di un disagio interiore che si è sviluppato a partire dalle esperienze infantili o da vissuti difficili.
Sentirsi in colpa per non fare nulla è uno dei sintomi più diffusi. Chi si identifica come “iperattivo” non riesce a concedersi momenti di pausa senza provare un senso di colpa opprimente. In effetti, questa tensione continua al movimento o all’azione è un’eredità di un passato in cui il riposo veniva percepito come un lusso non concesso, o addirittura come un segno di pigrizia o debolezza. Oggi, la scienza psicologica sottolinea come questo meccanismo sia una risposta appresa, non una semplice caratteristica del temperamento.
Un altro comportamento frequente è l’incapacità di accettare aiuto, anche quando viene offerto con sincerità. La risposta immediata è un rifiuto deciso, accompagnato da affermazioni come “Me la cavo da solo”. Questo atteggiamento non è frutto di un orgoglio esagerato, ma rappresenta una sorta di scudo difensivo costruito in un contesto di diffidenza verso gli altri, spesso legato a esperienze di affidabilità mancata o di abbandono durante l’infanzia.
Se fai queste cose vuol dire che sei traumatizzato: lo dice la scienza
Molti individui traumatizzati si trovano a giustificare e spiegare eccessivamente ogni loro azione. Questo bisogno di legittimazione costante riflette un condizionamento precoce: le parole e le scelte dovevano essere validate per avere valore agli occhi degli altri. La conseguenza è una costante posizione difensiva che affatica e aumenta l’ansia.

Una dinamica correlata è la difficoltà a dire “no” e la tendenza a dire sì anche quando si vorrebbe rifiutare. Questa propensione deriva da un meccanismo di sopravvivenza che ha insegnato a mettere le esigenze altrui sempre prima delle proprie, a rischio di farsi sopraffare e di perdere il proprio equilibrio emotivo. L’ipervigilanza verso il giudizio altrui rende complesso stabilire limiti chiari e sani.
Quando si presenta un conflitto, chi ha vissuto traumi tende spesso a ritirarsi in un silenzio prolungato, evitando di esprimere apertamente i propri sentimenti o opinioni. Questo comportamento, noto in ambito psicologico come “congelamento”, rappresenta una risposta istintiva alla percezione di pericolo, una forma di difesa che si attiva quando né la fuga né la lotta sono possibili.
È inoltre frequente la tendenza a minimizzare i propri successi e il proprio dolore. Celebrando poco i traguardi raggiunti o definendo il proprio dolore come “non abbastanza grave”, queste persone replicano schemi interiorizzati che li portano a sottovalutare il valore di sé e a negare la propria sofferenza. Questa minimizzazione, pur essendo un meccanismo di protezione, può ostacolare processi fondamentali come la guarigione emotiva.
