Simone Cristicchi e i Minatori di Santa Fiora live a Scandicci

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Concerto Simone Cristicchi e Minatori Santa Fiora | © Enrico Guerri

Due piccole veloci note su Santa Fiora e Scandicci. Santa Fiora è un comune abbastanza esteso che si trova ai piedi della montagna dell’Amiata, sul versante grossetano, ma la cui estensione abbraccia anche parte del versante senese. Sotto il paese di Santa Fiora sorgevano ed in parte sorgono tuttora, le miniere di mercurio, in cui i minatori andavano a lavorare, percorrendo giornalmente anche 30km.

Scandicci è una piccola grande metropoli ad ovest della città di Firenze, insediamento produttivo ricco di aziende di vari settori, una realtà che ha un suo centro industriale ed un suo centro abitativo. Nella prima ovviamente troviamo una alta densità durante le ore del giorno, mentre la notte possiamo trovare desolazione ed “inquieti” paesaggi, ma pure colline da cui ricavare ottimi spunti fotografici al tramonto oppure in notturna con le luci della città di Firenze

Parlando degli artisti: su Simone Cristicchi posso scrivere ben poco che i più non sappiano, cantautore di alcuni brani di successo, persona simpatica, ragazzo giovane e di aspetto “pulito”, si contraddistingue per la capigliatura, direi che fa parte del “trio” Caparezza – Niccolò Fabi – Simone Cristicchi dall’acconciatura “naturalmente stravagante”; vincitore di un edizione del Festival di Sanremo con il brano “Ti regalerò una rosa“.

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Concerto Simone Cristicchi e Minatori Santa Fiora | © Enrico Guerri

Sul coro dei minatori di Santa Fiora. Ieri sera prima del concerto ho fatto 2 chiacchiere con uno dei componenti del coro, un professore universitario di lettere in pensione. L’idea di strutturare in coro un gruppo di amici di canto e lavoratori della miniera fu di Padre Ernesto Balducci che a fine anni ’70, durante un loro concerto in Rai, rimase colpito dalla vera autenticità umana e dalla spontaneità. Da ciò iniziò a trasformare un “coro da osteria” in un “progetto con la dignità di stare su di un palco”.

Il progetto di questa collaborazione fra Simone Cristicchi ed il coro dei minatori di Santa Fiora prende origine dal progetto di Cristicchi di “non montarsi la testa dopo la vittoria al Festival di Sanremo del 2007“, come lui stesso afferma parlando di questo progetto.

L’incontro è avvenuto circa un paio di anni fa, quando il cantautore romano andò ad assistere ad una loro esibizione, rimanendone attratto e “stregato” dalle atmosfere che si creano durante questi canti di musica popolare, avvertendo sensazioni di trasporto nel passato, creando quasi una “introspezione”, un viaggio in qualcosa che si trova ben nascosto all’interno di tutti noi.

I canti sono un misto di tristezza, di gioia, speranza, “sfottò”. I minatori sono duramente provati dalla vita, ma non umiliati, hanno ancora un loro dignità“.

Il concerto nello specifico: ieri si trattava di un “Concerto per la Legalità“, era la giornata conclusiva di una serie di eventi del progetto “Libera la tua Terra” che ha visto la collaborazione di varie associazioni del territorio di Scandicci e dell’associazione “Libera” presieduta da Don Luigi Ciotti. All’evento fanno da cornice alcuni stand informativi e di merchandising per l’acquisto di prodotti delle associazione “Libera“.

Il concerto ed il merchandising sono volti a sponsorizzare la ricostruzione e l’acquisto di nuove terre in quanto a seguito dell’acquisto da parte del Comune di Scandicci e dell’Humanitas di Scandicci (associazione di volontariato che da circa 115aa presente sul territorio con i suoi servizi di ambulanze ed antincendio, oltre che un valente e funzionante poliambulatorio multidisciplinare) di alcune tonnellate di arance per una manifestazione, la mafia ha distrutto una superficie di 7 ettari di aranceti; una serie di eventi e di raccolta fondi hanno portato al riacquisto di 1 ettaro di terreno per la coltivazione ad aranceto.

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Concerto Simone Cristicchi e Minatori Santa Fiora | © Enrico Guerri

Il concerto ha inizio alle 21.40 circa, Cristicchi ed i minatori sono vistiti con abito marrone scuro, ma i minatori non indossano la giacca, solamente un gilet, il cantante invece alterna la giacca al gilet; i minatori indossano il loro classico fazzoletto rosso. Le luci di scena tendenti al giallo arancio e molto calde, che creano atmosfera di coinvolgimento. Il concerto è strutturato in varie parti ed il coro non è al completo, dato che è composto da persone di varie età (partendo dai 20 del più giovane ed arrivando agli 80 del più anziano), e di tutte le estrazioni sociali (incluso l’attuale sindaco del paese, assente a questo evento per impegni istituzionali…..), con i loro impegni personali e professionali.

Non avevo mai assistito a questo concerto e debbo dire che non credevo fosse niente di eccezionale, invece ben presto mi sono dovuto ricredere. Cristicchi effettua dei monologhi, dei racconti, in linea con uno stile Marco Paolini ed Ascanio Celestini, anche se è molto più rassomigliante a Paolini per tonalità e fermezza, rispetto alla “rabbia” che fa trapelare dalla voce Ascanio Celestini.

I monologhi intervallano vari brani del coro. Si tratta di racconti di un figlio maschio che vede il padre come un eroe, come una persona da imitare, e come è classico che sia per un figlio di 7-8aa nei confronti del padre. Si racconta che il figlio chieda spiegazioni al padre del suo lavoro, che il padre si svegli durante la notte per andare al lavoro in miniera e lui nonostante non si alzi, lo sente e ne è felice di ascoltare il padre nel fare le cose in casa prima di uscire e quando è uscito ascoltare i passi dei minatori.

Le atmosfere sono molto particolari, fatte di luci solamente su una parte del volto di Cristicchi durante i monologhi , per poi gradualmente illuminare i musicisti del coro ed il coro stesso, piuttosto che illuminare il cantautore ed il musicista con la fisarmonica.

I monologhi si svolgono sia con il cantautore seduto su di una sedia, che in piedi, anche all’interno dello stesso monologo, ed il fatto che si alzi durante lo stesso monologo non sempre è segno di un climax ascendente del racconto. Il cantautore romano ha oramai acquisito un po’ di accento toscano, o questo da a sembrare, anche se non pare un accento “sforzato” di chi cerchi di imitare i toscani (e da fiorentino di persone che vogliono imitare la Nostra parlata per una “boutade” ne so qualcosa). Cristicchi afferma di sentirsi in parte Toscano, di sentirsi adottato dalla “mia terra” e di esserne molto legato.

Durante il concerto alcuni componenti del coro si alternano al canto, e spesso in solitaria, Cristicchi torna in un gazebo sul retro del palco per tornare al termine. Il maggior successo lo ha riscosso il più anziano, ed è stato curioso sentire gli sfottò ironici del resto del gruppo quando al termine del suo brano mentre tornava via ha fatto cadere il microfono, che ovviamente è rimasto acceso: una grassa risata da parte del pubblico scandiccese e fiorentino presente.

Uno dei momenti maggiormente toccanti è stato quando Cristicchi ha recitato un testo il quale diceva più o meno quanto di seguito riportato:

“Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.

Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.

Tutti potremmo esser ricondotti con il pensiero alle attuali indicazioni di molti politici italiani in fatto di extracomunitari, o di particolari “ceppi” di etnie quali i Rom, e questo lo pensavo pure io, assomigliava in modo incredibile a TANTI proclami politici da campagna elettorale.

Si tratta invece della “Relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti”; tale relazione è datata Ottobre 1912.

Il pubblico fa un lungo applauso, alcuni borbottano. L’età media è abbastanza alta, ci sono pochi ragazzi/e under 25-30. Le persone che sono arrivate presto e/o abitano vicino si sono accaparrate i posti centrali fronte palco a sedere, alcuni si sono portati la sedia da casa, altri stanno seduti nel prato, altri ancora in piedi. Io invece giro e da rigiro in cerca di una postazione fotografica ad hoc in cui stabilirmi, ma non la trovo e continuo il mio girovagare, laterale al palco lato sx piuttosto che il dx, alle volte dal fondo o altre postazioni incastrate trovate per caso, ma molti non gradiscono che qualcuno si intrufoli e gli soffi il posto e si stabilisca con una reflex, un cannone montato ed un flash che illumina il circostante per aiutare la luce del palco.

Il concerto si conclude con il brano che ha permesso di vincere il Festival di Sanremo a Cristicchi “Ti regalerò una rosa“, rifatta in versione acoustic, e cantata quasi a prosa, a “monologo”, più parlata ed intonata che cantata. Il brano di per se mi stringe il cuore, fatta in quel modo non poteva portare che alcuni ininterrotti minuti di applausi.

La conclusione ulteriore è stata l’intonazione di “Bella Ciao” da parte del pubblico, “Bella Ciao” che Cristicchi aveva già intonato a metà concerto, anche questo brano svolto in maniera quasi “narrata”. Le impressioni come già detto sono state NOTEVOLMENTE positive e credo che acquisterò il DVD dello spettacolo, denominato Santa Fiora Social Club, in onore ed in ambizione di essere una versione italiana dei più famosi cubani dei “Buena Vista Social Club”. Si tratta di un trio: libro + DVD + album fotografico, edito da Rizzoli, e dal costo di circa 15-20E.

La location del Castello dell’Acciaolo all’interno delle mura ospita un ristorante gestito da Slow Food, e credo che il connubio di una cena “Slow”, unita a questo spettacolo che si è svolto sul prato possano essere stati il miglior connubio della serata per chi ha fatto entrambi, personalmente ho saltato la cena in quanto causa un grave incidente incontrato poco dopo esser partito da casa, ho dovuto traversare strade alquanto alternative, impiegando un tempo proibitivo di percorrenza per quel tratto. Ultima raccomandazione: se vi capita di imbattervi in una locandina di un concerto di Cristicchi con il coro dei minatori di Santa Fiora NON rinunciate ad assisterci, anche se lo avete già visto!

 

 

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