Stereophonics: “Graffiti in the train”. La recensione

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Stereophonics - "Graffiti on the train" - Artwork

Quando ti chiami Stereophonics, sei una bandiera del suono di Cardiff e del Galles in generale, suoni dal 1992 ed hai venduto oltre 9 milioni di copie di dischi nel mondo, ogni disco nuovo che fai diventa un banco di prova. E sta a te, alle tue idee e alla tua musica superarlo.
Del nuovo lavoro della band di alternative rock formatasi nel villaggio di Cwmaman e composta da Kelly Jones (voce e chitarre), Richard Jones (basso e cori) e Adam Zindani (chitarre e cori) si parlava dal lontano Marzo del 2011, cioè da quando la band, sul suo profilo Facebook, aveva annunciato di stare lavorando su del nuovo materiale.

L’anno dopo c’era stato l’annuncio della rottura tra il batterista Javier Weyler e la band e la sua sostituzione con il batterista dei Noisettes Jamie Morrison: nell’Ottobre del 2012 la band aveva pubblicato un video di una traccia dal titolo “Violins and Tambourines” e nel Novembre dello stesso anno la band aveva messo a disposizione dei fans il primo singolo ufficiale del nuovo disco “Graffiti on the Train“, “In a Moment“, come free download sul loro sito.

Nel Gennaio del 2013 era stato il turno di “Indian Summer”, secondo singolo del nuovo disco, e a Marzo è uscito finalmente l’album, che ha debuttato con un ottimo riscontro nelle charts (si prevede che il prossimo singolo possa essere la title-track “Graffiti on the train” e che possa essere pubblicato il 13 Maggio del 2013, NdR).

Stereophonics - "Graffiti on the train" - Artwork
Stereophonics – “Graffiti on the train” – Artwork

Graffiti on the train“, ottavo studio album della band,  comprende 1o nuove tracce più l’inedito “Zoe”, il remix del pezzo “In a moment” e una versione “stripped” della title-track. Il disco comincia con il rock energetico di “We share the same sun“, oserei dire un marchio di fabbrica sia per il suono che per la voce, definita da qualcuno “voce da whiskey che canta classico rock targato UK”. Il disco dimostra di essere un ottimo lavoro anche con la seconda traccia, la title-track, un ottimo pezzo lento di rock in piena tradizione Stereophonics.

Il disco si dimostra un lavoro in puro stile Stereophonics: un ottimo prodotto di rock sfornato dalla band gallese che riesce ad esplorare varie anime del rock, da quella irruenta di “Catacomb” a quella triste di “Roll the dice” fino al rock lento di “Violins and tambourines” ed alla dedica di “Been Caught Cheating“, a detta dello  stesso Jones ispirata dalla musica di Amy Winehouse.

Ci sono voluti quattro anni per aspettare un nuovo disco degli Stereophonics ed alcune canzoni come “No-one’s perfect“, ma direi che ne è valsa la pena. Un altro buon lavoro di questa band che di solito dà il meglio di sé dal vivo. Se queste sono le premesse, aspettiamo con piacere.

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