Chi deve pagare la TARI(www.melodicamente.com)
La TARI, acronimo di Tassa sui Rifiuti, rappresenta un tributo obbligatorio per chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo immobili.
Negli ultimi anni, sono state chiarite con precisione le regole sul pagamento, sulle responsabilità dei soggetti interessati e sui termini di prescrizione del tributo, aspetti fondamentali per cittadini e imprese che vogliono evitare sanzioni o contestazioni.
Non solo proprietari ma anche detentori di diritti reali
La normativa vigente stabilisce che l’obbligo di versare la TARI non grava esclusivamente sul proprietario dell’immobile, ma anche su chiunque detenga diritti reali di godimento, come usufruttuari, comodatari o affittuari. Questo significa che anche chi utilizza o occupa un locale a titolo diverso dalla proprietà è tenuto al pagamento del tributo, poiché è considerato produttore potenziale di rifiuti.
Le scadenze per il pagamento della tassa sono fissate dal Comune di riferimento e generalmente prevedono almeno due rate semestrali. Di norma, almeno una di queste scadenze viene fissata dopo il 30 novembre di ogni anno, spesso anche nell’anno successivo, per consentire l’applicazione delle tariffe più aggiornate. Il contribuente riceve annualmente l’avviso di pagamento, corredato dai bollettini necessari, a seguito della regolare denuncia TARI.

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Un punto cruciale riguarda la prescrizione della TARI. Gli enti comunali hanno diritto a riscuotere la tassa entro un termine di 5 anni, che decorre dalla data del presunto mancato pagamento. Questo lasso temporale è stato confermato anche dalla normativa più recente, che ha reso l’avviso di accertamento un vero e proprio titolo esecutivo. Ciò significa che, a differenza del passato, non è più necessario notificare successivamente un’ulteriore atto per procedere con la riscossione coattiva.
Per esercitare il diritto di recupero, il Comune deve notificare l’avviso di accertamento entro i 5 anni dal periodo di riferimento del debito. Qualora il contribuente non adempia, l’ente può sollecitare il pagamento, anche attraverso un concessionario della riscossione, purché non oltrepassi il termine prescrizionale quinquennale.
È importante sottolineare che la cartella di pagamento TARI è considerata nulla se non è preceduta dalla notifica dell’avviso di accertamento: questo è un principio ribadito da diverse pronunce della giustizia tributaria. Ad esempio, la Corte di Giustizia Tributaria di Catanzaro, con la sentenza n. 1189/2023, ha annullato integralmente una cartella di pagamento perché il Comune non ha provato di aver notificato l’avviso di accertamento, atto essenziale per l’emissione della cartella stessa.
Chi è esente o non deve pagare la TARI?
Nonostante la TARI sia un tributo generalizzato, esistono alcune situazioni in cui soggetti o immobili possono essere esentati o esonerati dal pagamento. Tra questi rientrano, per esempio, alcuni immobili privi di utenze o non suscettibili di produzione di rifiuti, così come alcune categorie di soggetti in particolari condizioni indicate dalla normativa comunale.
Inoltre, è bene ricordare che la legge prevede specifiche agevolazioni o riduzioni per particolari categorie, come famiglie numerose o persone con disabilità, ma queste vanno sempre verificate con attenzione presso il proprio Comune di residenza o attraverso un consulente fiscale.
Per chi riceve una cartella di pagamento TARI, è fondamentale verificare che la stessa sia stata emessa nel rispetto delle procedure corrette, a partire dalla notifica dell’avviso di accertamento entro i termini di legge. In caso contrario, si può valutare l’opportunità di contestare la cartella, affidandosi a professionisti esperti in materia tributaria.
