Superbonus 110% nel 2026: proroga limitata ai territori colpiti dal sisma - melodicamente.com
Il Superbonus 110% conferma la sua presenza nel panorama delle agevolazioni fiscali italiane anche per il 2026.
La nuova Manovra finanziaria, approvata dal Parlamento e sostenuta dal governo Meloni, sancisce infatti la proroga del Superbonus al 110% solo per i lavori effettuati nei comuni colpiti dagli eventi sismici tra il 2009 e il 2017, in particolare nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Il testo della Legge di Bilancio 2026 conferma il Superbonus al 110% ma esclusivamente per i lavori di ricostruzione post-sisma. L’obiettivo è quello di garantire la prosecuzione e il completamento dei cantieri già avviati nelle aree terremotate, evitando che l’interruzione dell’agevolazione possa rallentare o bloccare gli interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione degli immobili danneggiati.
La proroga si applica ai comuni interessati dal sisma fra il 24 agosto 2016 e il 18 gennaio 2017, e anche a quelli colpiti da eventi sismici a partire dal 6 aprile 2009, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. È importante sottolineare che il Superbonus 110% sarà riconosciuto solo per le spese sostenute nel 2026 relative a interventi con richieste o dichiarazioni presentate entro il 30 marzo 2024.
Un vincolo ulteriore riguarda i soggetti beneficiari: potranno accedere alla detrazione solo coloro che non hanno già usufruito del cosiddetto Superbonus rafforzato, ovvero la versione con massimali di spesa aumentati del 50% per specifici interventi in zona sismica. Inoltre, dal 2026 la detrazione sarà concessa esclusivamente sotto forma di detrazione fiscale ripartita in 10 anni, escludendo la possibilità di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito, modalità che finora avevano favorito molti contribuenti con capacità fiscale ridotta.
Le altre agevolazioni casa confermate nella Manovra 2026
Con la quasi totale estinzione del Superbonus standard a fine 2025, la Manovra introduce e conferma altre agevolazioni fiscali per la casa. I proprietari o titolari di diritti reali di godimento sull’immobile adibito a prima casa potranno beneficiare di un bonus ristrutturazioni al 50% per il 2026, ridotto al 36% nel 2027. Per gli immobili diversi dalla prima abitazione, il bonus scenderà al 36% nel 2026 e al 30% nel 2027.
Analogamente, il meccanismo a doppia aliquota si applicherà all’ecobonus, per interventi come la sostituzione degli infissi, l’installazione di pompe di calore e il miglioramento dell’isolamento termico, e al sismabonus per la messa in sicurezza antisismica nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3.
Infine, rimane in vigore il bonus mobili, che prevede una detrazione del 50% sulle spese per arredamento e grandi elettrodomestici, con un tetto massimo di 5.000 euro, purché collegato a lavori di ristrutturazione.

La normativa vigente prevede che il Superbonus 110% per la ricostruzione sia applicabile alle spese eccedenti il contributo per la ricostruzione concesso dallo Stato. In alternativa, i beneficiari possono rinunciare al contributo e ottenere il cosiddetto Superbonus rafforzato, che aumenta del 50% i massimali di spesa ammissibili per gli interventi antisismici e di efficientamento energetico.
Per accedere al Superbonus post-sisma è obbligatorio dimostrare la connessione diretta tra il danno subito dall’immobile e l’evento sismico, tramite la scheda AeDES o documenti equivalenti che attestino l’inagibilità del fabbricato. Solo gli immobili effettivamente danneggiati dal sisma hanno diritto alla detrazione.
Un’importante novità è l’obbligo di trasmettere all’Enea e al Portale Nazionale delle Classificazioni Sismiche del Dipartimento Casa Italia una serie di dati relativi agli interventi effettuati, per monitorare la spesa pubblica e garantire la trasparenza nell’utilizzo del beneficio fiscale.
Per ottenere il Superbonus è inoltre necessaria un’asseverazione tecnica rilasciata da professionisti abilitati, che certifica la conformità degli interventi ai requisiti tecnici e la congruità delle spese sostenute. In caso di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito, è richiesto anche il visto di conformità fiscale.
