
Altro che Paradiso, è la peggior destinazione d'Europa - melodicamente.com
Dalle spiagge alla movida, questa località è spesso indicata tra le peggiori destinazioni in Europa. Ecco perché e quali alternative considerare per un turismo più autentico.
Nel cuore della Costa Blanca, tra Alicante e Valencia, Benidorm continua a far parlare di sé. Da decenni al centro del turismo internazionale, la città spagnola è diventata sinonimo di vacanze a basso costo, grattacieli sul mare e locali aperti fino all’alba. Eppure, negli ultimi anni, il suo nome compare sempre più spesso nelle classifiche delle destinazioni meno consigliate in Europa. Critiche che non nascono dal caso, ma da un modello turistico che ha trasformato radicalmente il volto della città e l’esperienza di chi la visita. Dall’urbanizzazione selvaggia alla perdita di identità culturale, Benidorm è oggi il prodotto estremo di decenni di turismo senza freni.
Dalla costa incontaminata agli eccessi del cemento
Fino agli anni ’50, Benidorm era poco più di un paese affacciato sul mare, abitato da pescatori e commercianti. Poi, con il boom del turismo europeo, il villaggio è stato progressivamente inglobato in un progetto urbanistico che ha privilegiato l’edilizia intensiva. L’obiettivo era chiaro: massimizzare la capienza e intercettare la nuova domanda turistica, specialmente quella proveniente da Regno Unito e Germania.

Il risultato è oggi visibile ovunque: decine di torri residenziali che si affacciano sulla spiaggia, hotel costruiti a pochi metri l’uno dall’altro, un’infrastruttura progettata per accogliere migliaia di persone ogni giorno. Questo sviluppo ha inevitabilmente alterato l’equilibrio ambientale e paesaggistico della zona, trasformando la costa in un panorama dominato dal grigio del cemento. Il litorale, per quanto curato, non riesce a garantire spazi di tranquillità. Le spiagge principali, Levante e Poniente, sono tra le più affollate d’Europa. Anche durante la bassa stagione è difficile trovare un angolo libero.
La città ha puntato tutto sulla quantità, spesso sacrificando la qualità dei servizi. Strutture datate, ristorazione omologata, disturbi acustici continui, traffico urbano congestionato e lavori pubblici costanti contribuiscono a creare un ambiente caotico. Un contesto poco adatto a chi cerca silenzio, natura o esperienze autentiche. La trasformazione ha snaturato le origini del luogo, sostituendo la tradizione con una versione patinata della “vacanza tutto incluso”, pensata per il consumo rapido, non per la scoperta.
Tra numeri record e fragilità strutturale: chi sceglie ancora Benidorm
Nonostante le criticità evidenti, Benidorm continua a registrare presenze importanti, in particolare nei mesi di marzo, aprile e ottobre. La città attrae soprattutto turisti anziani del nord Europa, famiglie con budget limitato e gruppi di giovani in cerca di movida. Il motivo è semplice: il clima è stabile, le offerte last minute abbondano e i costi restano contenuti rispetto ad altre mete del Mediterraneo.
Molti visitatori apprezzano la possibilità di non muoversi mai dall’hotel, trovando tutto a portata di mano: piscina, ristorante, bar, intrattenimento serale. Il modello all-inclusive ha trovato terreno fertile in una città che ha fatto della praticità il suo punto di forza. Per un certo tipo di pubblico, è proprio questa facilità a rappresentare un valore. E lo dimostrano i numeri: centinaia di voli charter e pacchetti turistici continuano a fare rotta su Alicante, con Benidorm come destinazione finale.
Però, chi cerca una connessione più profonda con la Spagna, o chi desidera esplorare storia e cultura, rimane spesso deluso. L’architettura moderna ha quasi cancellato le tracce del passato. Il centro storico, benché esista, è nascosto tra palazzoni e arterie trafficate. I prodotti locali hanno lasciato spazio a una gastronomia internazionale, spesso priva di personalità. L’atmosfera ricorda più una zona turistica del sud-est asiatico che un borgo mediterraneo.
Altre località spagnole offrono un’esperienza diversa. Jávea, Denia, Altea, poco distanti, conservano ancora parte dell’identità culturale locale. Valencia, pur essendo una metropoli, riesce a bilanciare modernità e tradizione. Anche Cadice o Granada, benché meno balneari, propongono un turismo più sostenibile, fatto di luoghi vivi e legami con la storia.
Benidorm resta un caso emblematico: una città costruita attorno al turista, ma spesso senza il turista in mente. Ha scelto la via della crescita veloce e ora si trova a gestire i contraccolpi di un sistema che, se non aggiornato, rischia di esaurire la propria spinta. Chi la visita sa cosa trova, ma chi cerca qualcosa in più, quasi sempre, guarda altrove.