
Comprendere i sintomi (www.melodicamente.com)
La psicologia è un campo in continua evoluzione e oggi è fondamentale comprendere come i disturbi d’ansia possano manifestarsi.
María José Ortolà, una psicologa di spicco conosciuta sui social con il nome “Libélula Psicología”, ha recentemente condiviso informazioni importanti riguardanti i disturbi d’ansia, un tema che tocca milioni di persone nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 4% della popolazione globale, ovvero oltre 301 milioni di persone, vive con ansia clinica.
Nella sua ultima pubblicazione su Instagram, Ortolà ha messo in evidenza come i capogiri e le vertigini siano sintomi comuni nei pazienti che soffrono di ansia. Questi sintomi non indicano necessariamente un problema neurologico o vestibolare, ma rappresentano piuttosto una risposta adattativa del corpo di fronte a una minaccia percepita. È cruciale considerare questo aspetto, poiché spesso le persone colpite temono di avere patologie gravi, quando in realtà si tratta di una reazione del sistema nervoso autonomo, che si trova in uno stato di iperattivazione.
I capogiri e le vertigini possono essere estremamente frustranti e destabilizzanti per chi li vive. Ortolà sottolinea che, in questi momenti, è importante adottare alcune strategie per gestire e ridurre questi sintomi. Una delle tecniche più efficaci è quella di attivare un “ancoraggio corporeo immediato”. Questo si può fare sostenendo bene entrambi i piedi a terra, posizionando una mano sul petto e l’altra sull’addome, e respirando lentamente e profondamente. Concentrarsi sul movimento del corpo aiuta a ridurre l’iperattivazione del sistema vestibolare e a uscire dal circolo vizioso dei pensieri ansiosi.
In un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici, l’ansia può facilmente prendere il sopravvento. Ortolà consiglia di stimolare il sistema nervoso attraverso l’applicazione di freddo o pressione. Un semplice gesto come passare qualcosa di freddo sulla nuca o sui polsi, oppure applicare una pressione nel punto tra le sopracciglia e la base del cranio, può rivelarsi molto utile. Queste tecniche, utilizzate nel grounding e nel vagal reset, sono efficaci nel regolare il sistema nervoso autonomo e nel restituire una sensazione di controllo e stabilità.
La gestione della visione e del pensiero
Un altro aspetto fondamentale è la riduzione della “ipervigilanza visiva”. Quando si è ansiosi, la nostra vista tende a scansionare l’ambiente circostante come se ci fosse un pericolo imminente. Ortolà suggerisce di fissare lo sguardo su un punto stabile per 30-60 secondi. Questo semplice esercizio può calmare il disorientamento e ridurre la sensazione soggettiva di vertigine. La consapevolezza di ciò che si sta vivendo è cruciale in questi momenti. Affermare a se stessi: “Sto provando capogiri, ma sono al sicuro. È solo ansia, non cadrò” può ridurre il panico secondario e calmare il circuito cerebrale dell’allerta.

La psicologa enfatizza l’importanza di validare le proprie sensazioni. Spesso, le persone cercano di negare o ignorare i sintomi, ma questa strategia può portare a un aumento dell’ansia. Riconoscere e accettare ciò che si sta vivendo è essenziale per affrontare questi episodi. Dopo un attacco di ansia accompagnato da vertigini, Ortolà consiglia di evitare attività che possano scatenare il senso di vertigine, come guidare o recarsi in luoghi affollati. È importante, invece, esporsi a queste situazioni gradualmente e in modo sicuro, per insegnare al cervello che è possibile sentirsi al sicuro anche in contesti che inizialmente sembravano minacciosi.
Le nuove generazioni si trovano spesso a dover affrontare sfide uniche, e, come affermato dalla psicologa Júlia Martí, è fondamentale trovare un equilibrio tra autoesigenza e autocura. Ortolà si allinea a questo pensiero, sottolineando che il benessere psicologico non può essere raggiunto senza un adeguato livello di cura di sé. In un mondo dove la pressione sociale e le aspettative possono risultare schiaccianti, è vitale adottare pratiche di autocura che includano momenti di pausa, riflessione e rilassamento.