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Love and other drugs: canzoni d’amore che in realtà sono dedicate alla droga

marijuana

Canzoni come “Heroin” o “Cocaine” o ancora “Brown Sugar” hanno un significato piuttosto chiaro, per altri brani invece non è così.

Abbiamo visto che molti artisti italiani hanno scritto pezzi sulle medicine e le droghe, ci sono tantissime canzoni che sembrano dichiarazioni d’amore ed in effetti lo sono, ma non sono rivolte a persone. L’amore, dopotutto, può essere una droga ma non è questo il caso, qui gli artisti si stavano riferendo a delle sostanze specifiche e forse il senso reale di alcuni di questi brani vi era sfuggito, ecco quali sono!

Got to get you into my life – The Beatles

Forse al primo ascolto uno non ci fa caso ma quanto segue non vi dice già qualcosa? “Ero solo, feci un viaggio / Non sapevo cosa avrei trovato lì / Un’altra strada dove forse / Incontrare alcuni modi di pensare lì“. Porte della percezione che si aprono, pensieri che si espandono: “Quando sono con te voglio stare lì / Se sarò fedele non me ne andrò mai / E se lo faccio so come tornare lì“. Il succo sta nel titolo, “devo farti entrare nella mia vita“. Paul McCartney spiegò in un’intervista che scrisse questo brano dopo aver provato per la prima volta l’erba, della quale non poteva più fare a meno.

Along Comes Mary – The Association

A proposito di erba, nemmeno la Mary del brano degli Association era una persona. Ah, gli anni Sessanta…! Anche in questo caso tutto parte da una condizione di solitudine, che svanisce magicamente insieme ad ogni altro tipo di preoccupazione all’arrivo di Mary. All’epoca, era il 1966, in pochi si interrogarono sul significato delle parole del brano, che per il suo ritmo travolgente cattura subito l’attenzione, distogliendola dal testo.

Mary Jane – The Everly Brothers

Stessa storia nel caso di Mary Jane, che altro non era che un altro modo per dire “marijuana” senza farsi notare troppo dai benpensanti. Era il 1967, quindi siamo nel pieno del boom dell’amore verso l’erba, Paul McCartney docet. Nuvole dolci che offuscano la mente e tutte le preoccupazioni svanite nel nulla? Sì, è esattamente la stessa Mary che piaceva ai The Association. Se date un’occhiata, di canzoni dedicate a Mary Jane ce n’è altre, dev’essere proprio una brava ragazza quella lì!

A Girl named Sandoz – Eric Burdon and the Animals

Rimaniamo in epoca “lisergica”, da questo punto di vista gli anni ’60 e ’70 hanno dato grandi soddisfazioni. La ragazza della canzone si chiama Sandoz, che in realtà è il nome della ditta farmaceutica che scoprì gli effetti dell’LSD. Questa canzone è una vera e propria dichiarazione d’amore in formato psichedelico.

Golden Brown – The Stranglers

Il pezzo più famoso degli Stranglers, annata 1981, è una canzone d’amore dedicata all’eroina. Non è un mistero, per ammissione dello stesso Hugh Cromwell il pezzo è stato scritto per la droga ma anche per la sua compagna dell’epoca, entrambe avevano effetti positivi su di lui. Nel caso della prima, almeno all’inizio. Come abbiamo già detto, i sintomi dell’amore possono spesso essere comparati a quelli delle droghe, per questo motivo è molto facile camuffare un brano dedicato alla droga. Pensate a questo, appunto, alla spensieratezza che trasmette, il “marrone dorato” del titolo si riferisce proprio al colore dell’eroina e al contempo a quello della pelle della fidanzata di Cromwell. Come hanno già detto gli Stranglers e molti altri artisti che hanno prodotto canzoni ambigue, alla fine ogni ascoltatore si appropria del significato di un brano e ci vede il messaggio che vuole…

Diamonds – Rihanna

Il brano di Rihanna e Sia è stato un vero e proprio tormentone e ancora adesso continua a essere apprezzatissimo. Se leggete attentamente il testo ha un ché di allucinogeno e trovate un ulteriore indizio qui: “I nostri palmi salgono fino all’universo / Mentre beviamo e ci sballiamo / Senti il calore, non moriremo mai / Siamo come diamanti nel cielo“. Ebbene sì, c’è tanto amore ma nel bel mezzo di un trip da MDMA.

Hands to myself – Selena Gomez

Non riesco a tenere le mani a posto” canta Selena Gomez, volto delle teen star di Hollywood che a seguito della fama perdono il controllo. Lei è solo una delle tante e di problemi ne ha dovuti affrontare parecchi, anche se non ha mai ammesso esplicitamente di avere problemi di dipendenza dalle droghe. Questo brano sembra essere incentrato sulla masturbazione, come suggerisce anche il video, in ogni caso tutti contenuti adatti al pubblico di bambini e adolescenti che seguono la Gomez. In realtà dalle parole della canzone si evince che “Hands to myself” è un chiaro riferimento agli effetti dell’ecstasy. “Il mio medico dice che non vai bene” e “ti respirerei ogni singolo giorno” vi bastano?

Can’t feel my face – The Weeknd

Rimaniamo sul contemporaneo, con questo tormentone di The Weeknd che ha ormai perso la sensibilità del viso. Il cantante sa che la relazione che sta portando avanti è tossica ma decide di proseguire. “Non riesco a sentire la mia faccia quando sono con te / Ma ti amo“. The Weeknd prosegue cantando “So che lei sarà la mia morte ma almeno saremo entrambi intorpiditi“. Nel caso in cui non fosse chiaro, nel corso del brano ripete più e più volte il suo gradimento per questa fantomatica donna, che corrisponde al nome di Cocaina.

Photo by Esteban Lopez on Unsplas

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