
Dove è vietato usare la crema solare in spiaggia? - melodicamente.com
Creme solari vietate in diversi paesi: ecco un’analisi delle normative vigenti e delle implicazioni per la salute ambientale.
L’estate è arrivata, portando con sé lunghe giornate di sole e la necessità di proteggere la nostra pelle dai raggi UV. Per molti, l’uso delle creme solari è diventato un’abitudine imprescindibile per evitare scottature e danni cutanei. Tuttavia, la scelta dei prodotti da utilizzare è diventata un tema di crescente importanza, non solo per la salute personale, ma anche per la salvaguardia dell’ambiente marino. Diverse ricerche hanno dimostrato che molte lozioni solari contengono sostanze chimiche dannose che possono gravemente compromettere gli ecosistemi acquatici, in particolare le delicate barriere coralline.
L’impatto delle creme solari sull’ambiente e le misure adottate in tutto il mondo
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), le creme solari rilasciano tra le 6.000 e le 14.000 tonnellate di sostanze chimiche nocive nei mari ogni anno. Questi prodotti chimici non solo inquinano le acque, ma contribuiscono anche al fenomeno dello sbiancamento dei coralli, che sta causando danni irreversibili a questi habitat marini fondamentali. Tra le sostanze più problematiche ci sono l’octinoxato, l’oxybenzone, l’octocrylene e l’homosalato, i quali sono stati associati a disturbi ormonali in diverse specie marine, inclusi molluschi, alghe e tartarughe.
In risposta a questa crescente crisi ambientale, vari paesi stanno adottando misure drastiche per limitare l’uso di creme solari dannose. Palau, un piccolo stato insulare situato nell’Oceano Pacifico, è stato uno dei pionieri in questo campo. Nel 2020, ha introdotto una legge che vieta l’uso di creme solari che contengono sostanze chimiche nocive per la barriera corallina. I turisti e i residenti sono incoraggiati a utilizzare solo prodotti biodegradabili o a coprirsi con indumenti anti-UV. Chi contravviene a queste regole può essere multato fino a 1.000 euro, mentre le creme nocive vengono confiscate alla dogana.

Negli Stati Uniti, Key West, in Florida, ha seguito l’esempio di Palau e dal 2021 consente solo l’uso di creme solari “Reef Safe”. La Florida Reef, la seconda barriera corallina più grande del mondo, sta subendo un rapido deterioramento, e le autorità locali hanno compreso l’importanza di proteggere questi ecosistemi vulnerabili. Le Isole Vergini Britanniche, nel Mar dei Caraibi, hanno adottato misure simili, vietando le lozioni solari contenenti sostanze chimiche come l’ottinoxato e l’ossibenzone dal 2020.
Un movimento globale verso la sostenibilità
Le Hawaii si sono distinte come il primo stato americano a bandire l’uso di creme solari contenenti ossibenzone e octinoxato, a partire dal 1 gennaio 2021. Queste misure sono state implementate per proteggere le barriere coralline locali, già gravemente danneggiate. Anche Aruba, un altro paradiso caraibico, ha attuato un divieto simile, consentendo solo l’uso di creme solari prive di sostanze chimiche dannose.
In Messico, le località turistiche famose come Tulum hanno vietato l’uso di creme solari nocive, permettendo soltanto l’impiego di prodotti biodegradabili. Questo movimento sta guadagnando terreno in tutto il mondo, con Bonaire, un’isola caraibica, che ha messo al bando le lozioni contenenti ossibenzone e ottoinoxato per proteggere la sua ricca biodiversità marina.
La Thailandia ha intrapreso azioni decisive per preservare le sue 26 riserve marine, vietando l’uso di creme solari convenzionali e imponendo sanzioni severe, fino a 2.600 euro, per chi non rispetta questa normativa. Le Maldive e la Polinesia Francese si sono unite a questa iniziativa, vietando l’importazione di creme solari nocive e raccomandando l’uso di prodotti naturali.