
Saluto, lo studio che rivela perché molte persone non slautano (www.melodicamente.com)
Nel panorama degli studi psicologici e psicoanalitici, emerge un tema tanto comune quanto poco approfondito: l’imbarazzo nel salutare.
Nel panorama degli studi psicologici e psicoanalitici, emerge un tema tanto comune quanto poco approfondito: l’imbarazzo nel salutare. Partendo da un breve saggio di Theodor Reik, psicoanalista viennese e allievo di Freud, si indaga il significato profondo di quel semplice gesto quotidiano che è il saluto, spesso accompagnato da sensazioni di disagio e incertezza.
Theodor Reik e l’importanza della psicoanalisi del saluto
Theodor Reik, figura di spicco della psicoanalisi, si trasferì a New York in seguito alle persecuzioni naziste, contribuendo in modo significativo alla diffusione di questa disciplina negli Stati Uniti. Nel suo saggio intitolato proprio “L’imbarazzo nel saluto”, Reik parte da un assunto fondamentale: il saluto non è un gesto banale o puramente formale, ma un atto carico di significati inconsci che riflettono dinamiche affettive e sociali profonde.
Reik sottolinea come il saluto sia stato oggetto di studi sia dal punto di vista etnologico che psicologico, ma il suo contributo originale consiste nell’analizzare il disagio che esso può provocare, un disagio che indica in realtà un’attenzione inconscia molto più intensa di quanto si voglia ammettere. Quando qualcuno ci saluta con superficialità o scortesia, infatti, ne restiamo interiormente colpiti, segno che il gesto porta con sé un valore emotivo rilevante.

Secondo Reik, per comprendere il senso dell’imbarazzo nel salutare, è necessario tornare alle radici evolutive di questo comportamento. Il saluto, infatti, deriva da pratiche ancestrali legate alla necessità di sicurezza in un mondo dominato dalla diffidenza reciproca, sintetizzata nel celebre adagio latino Homo homini lupus (l’uomo è un lupo per l’uomo).
L’autore paragona il primo stadio del saluto a quello degli animali, in particolare dei cani, che si avvicinano annusandosi con prudenza per accertarsi che non ci siano minacce. Questo tipo di approccio si ritrova ancora oggi in alcune culture, come nel saluto naso-a-naso di diverse popolazioni, un gesto che sottolinea la necessità di verificare l’assenza di ostilità.
Da questa origine istintiva, caratterizzata da una forte ambivalenza tra aggressività e affetto, il saluto si è evoluto fino a diventare un segnale di pace e disponibilità. Il gesto, oggi convenzionalizzato, rappresenta infatti una promessa implicita di rinuncia alla soddisfazione di impulsi aggressivi e sessuali, trasformandosi in un atto simbolico di fiducia reciproca.
La complessità del saluto emerge soprattutto nelle sue tensioni interne. Reik evidenzia come questo atto sia intrinsecamente ambivalente, poiché nasce dalla repressione di impulsi contrastanti. È proprio questa ambivalenza a generare quelle sensazioni di incertezza e disagio che molti sperimentano nel momento di salutare un’altra persona, anche in contesti sociali apparentemente sereni.