Santana, il suo sound latino in tre concerti in Italia

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Carlos Santana sarà in Italia a luglio per tre concerti: il 7 è ospite dell’Umbira Jazz Festival di Perugia, il 21 all’Arena di Bari e il 22 suonerà circondato dal fantastico paesaggio del Teatro Greco di Taormina. Curiosa è la carriera di Santana. Nato nel 1947 ad Autlan de Navarro, Messico, si è da subito avvicinato alla musica suonata dal padre: un musicista mariachi. Dopo qualche anno passato a suonare la chitarra nei locali a luci rossa di Tijuana si trasferisce a San Francisco in un periodo particolarmente creativo per la scena locale e organizza a Santana Blues Band. Presto al gruppo si farà conoscere con il nome attuale di Santana. Entrati in contatto con Bill Graham, i Santana debuttano nel giugno 1968 al Filmore West e si guadagnano buona popolarità. Il grande debutto al di fuori dalla Bay Area avviene nel 1969 grazie ai buoni contatti dell’attuale manager: ecco Woodstock. Grazie ad una performance senza eguali tornano a casa con un contratto con la Columbia. I Santana diventano il gruppo del momento e riferimento per quei musicisti che cercano uno stile che fonde rock al blues alle musiche latine: un sound accattivante con grandi assoli lirici e una sezione ritmica travolgente. Con Abraxas (1970) raggiungono il successo internazionale: brani come “Samba pa ti”, “Oye como va” e “Black magic woman” fanno innamorare milioni di ascoltatori che da questo momento diventano loro fan. Il 1972 è l’anno del cambiamento per Carlos. Si avvicina a Sri Chinmoy, guru di molti musicisti dell’epoca, e assume il nome di Devadip. In pubblico appare vestito di bianco e ringrazia ripetutamente a mani congiunte il pubblico e in studio lavora con McLaughlin e Alice Coltrane, entrambi seguaci del guru. Gli anni ’70 si concludono con un notevole scadimento dell’inventiva melodica e ritmica che ne avevano sancito il successo ma tutto questo sembra non interessare il pubblico che da sempre lo segue: oramai Carlos Santana è un’icona del panorama mondiale della musica. Nel 1982 c’è la rottura con Sry Chinmoy e Carlos sembra rinvigorito dall’esaurirsi di questo rapporto. Tornato in studio nel 1983 ne esce con brani nuovi e idee che richiamano la freschezza di un tempo: Who Do You Love di Bo Diddley ed Havana Moon di Chuck Berry.

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© BAY ISMOYO/AFP/Getty Images
I Santana tornarono nel 1986 con un nuovo album, Freedom. Carlos richiamò al microfono Buddy Miles, che voleva rilanciare la sua carriera musicale dopo aver speso molti degli anni precedenti in carcere, per spaccio di droga. La sua presenza scenica conferì carisma a non pochi concerti, ma ancora una volta le vendite del disco non furono decenti. In generale gli anni ’80 ci lasciano un Santana stanco e forse privo di idee originali come nel decennio precedente: d’altronde erano cambiati i componenti del gruppo e Carlos aveva aperto alla musica jazz con Miles Davis e Wayne Shorter: musicisti si di primo piano ma che forse hanno nuociuto al sound latino del primo Santana. Le vendite negli anni ’90 furono ridotte, e verso la fine di quel decennio si ritrovò senza contratto. Tuttavia Clive Davis della Arista Records, che col chitarrista aveva lavorato per la Columbia, lo scritturò e lo incoraggiò a registrare un album con artisti perlopiù giovani. Così nel 1999 uscì Supernatural, che includeva partecipazioni di Bobby Martin, Rob Thomas dei Matchbox 20, Eric Clapton, Lauryn Hill, Wyclef Jean, Maná, Dave Matthews, Eagle-Eye Cherry, Everlast e KC Porter. Il suo singolo di lancio fu “Smooth“, cantata da Rob Thomas – anche coautore dei testi. Ebbe molto successo su varie stazioni radiofoniche e trascorse dodici settimane al primo posto di Billboard, diventando così l’ultimo in ordine di tempo tra i grandi singoli del decennio. “Supernatural” fu premiato in poco tempo con tre dischi di platino e raggiunse il primo posto delle classifiche USA. Il secondo singolo estratto fu “Maria Maria“, arrangiato da Bobby Martin ed eseguito insieme al duo R&B The Product G&B; anch’esso arrivo al numero uno in classifica e vi rimase per dieci settimane nell’estate del 2000. Un altro singolo di successo fu Corazon Espinado, a cui collaborarono anche i Mana. Supernatural ha venduto ad oggi più di 25 milioni di copie, di cui 15 milioni nei soli Stati Uniti. Il disco e molte sue canzoni vinsero 9 Grammy Awards (otto allo stesso Santana), fra cui album dell’anno, registrazione dell’anno (il singolo “Smooth”) e canzone dell’anno (premio andato a Thomas ed Itaal Shur). Nel 2001 Santana lavorò con Michael Jackson alla canzone “Whatever Happens”, dall’album Invincible. Un anno dopo rilasciò Shaman, realizzato sulla falsariga di Supernatural e a cui parteciparono i P.O.D., Seal e molti altri artisti di successo. Pur se meno fortunato in vendite del disco precedente, contenne altri due singoli di successo: The Game of Love, realizzato con Michelle Branch ed arrivato al quinto posto di Billboard, dove rimase per molte settimane; e Why Don’t You and I, con Chad Kroeger dei Nickelback e  di Alex Band dei The Calling, che nella stessa classifica giunse al numero otto. The Game of Love vinse un Grammy come Best Pop Collaboration with Vocals. Santana sembra quindi rinato in poco meno di quindici anni, dal 1998 ad oggi, con nuovi dischi di successo e con grandi collaborazioni. Da Shakira a Hancock.

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Filippo Cosentino è uno dei chitarristi emergenti dell’attuale panorama musicale. Ne fanno fede il già importante numero di partecipazioni che ha collezionato sia in tournée sia in ambito discografico: nel pop con Dario Dima, Diamante, Emile Rivera, Luca Mercurio, Men in flow, Riccardo Cavalli, Marco Rotellini, Pest e Personaggi Scomodi, Hi Life Connection, Roberto Cerrato, Daniele Bruno, Alessandro Musio, Mariano Pappalardo ed Alessandro Angeletti (Green Production) con i quali collabora in qualità di turnista ed arrangiatore; nel blues con James Thompson, Marco Pandolfi, Nick Becattini, Giorgio Cavalli; nel jazz: Arnaldo Acosta, Daniel Alvarez, Teo Ciavarella, Renzo Coniglio, Cukin Curiel, Carlitos Estrada , Federica Gennai, Pietro Lomuscio, Alessandro Minetto, Barend Middelhoff, Rafelito Mirabal, Irene Robbins, Gianni Serino, Marco Soria, Don Stapleson, Carl Silberschlag, James Thompson, Felle Vega, Wann Washington, The Michele Borlini Jazz Band (sul disco Pest e Personaggi scomodi-Bootleg). Ha anche collaborazioni nel mondo del teatro (con Andrea Giordana) e in quello del cinema: nel 2010 ha composto la colonna sonora del cortometraggio Elogio alla solitudine (RaiCinema) del regista Emanuele Caruso. Il corto è stato selezionato per il 63° Festival del Cinema di Cannes, e per il Trento Film Festival. Chitarrista apprezzato per la sue versatilità, è stato spesso invitato ad importanti festival italiani ed internazionali: Alba Music Festival, Suoni dalle Colline di Langhe e Roero, Moncalieri Jazz, Open World Jazz Festival (Ivrea), Acoustic Guitar International Meeting, finalista alla 13^ edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani. Vincitore nel 2003 del concorso nazionale “Buona musica a tutti!” della rivista Chitarre. È Direttore Artistico della rassegna internazionale San Giuseppe in jazz, del Premio Targa Milleunanota ed è endorser Breedlove Guitar Company.

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